NICOLA PALMA
Cronaca

Stupro di San Zenone, Harouna Sangare in silenzio davanti al giudice

Il venticinquenne maliano, accusato di aver violentato una diciottenne nei pressi della stazione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si attende la decisione – che pare scontata – sulla misura cautelare

Harouna Sangare, 25 anni, è stato fermato con l’accusa di violenza sessuale

Harouna Sangare, 25 anni, è stato fermato con l’accusa di violenza sessuale

Milano, 13 settembre 2025 – Harouna Sangare è rimasto in silenzio. Ieri mattina il venticinquenne maliano accusato della violenza sessuale di San Zenone al Lambro si è presentato davanti al gip del Tribunale di Lodi Anna Cerreta per l’interrogatorio di convalida del fermo di indiziato di delitto firmato dal pm Martina Parisi ed eseguito dai carabinieri mercoledì sera.

Assistito dall’avvocato d’ufficio Marco Moscatiello e da un interprete (non parla l’italiano), l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora si attende la decisione del giudice, che pare scontata, sulla legittimità del provvedimento che ha portato dietro le sbarre il centrafricano (motivato dalla sussistenza del pericolo di fuga) e sulla misura cautelare del carcere.

Sbarcato a Lampedusa il 19 luglio 2024, a novembre è stato accolto in un centro della onlus Fondazione dei Fratelli di San Francesco, che lo scorso primo luglio gli ha fatto sottoscrivere un contratto part time di sei mesi come aiuto cuoco nella struttura di via Saponaro. Il 29 luglio, poi, Sangare ha ottenuto un permesso di soggiorno con la formula della protezione sussidiaria. Poco più di un mese dopo, il 30 agosto, avrebbe abusato di una diciottenne, che stava raggiungendo a piedi la stazione di San Zenone, reduce da una serata trascorsa a casa della sorella. Dopo circa mezz’ora in balìa del suo aggressore, la ragazza è riuscita a chiamare il 112 per chiedere aiuto, innescando i primi accertamenti dei carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese e del Nucleo investigativo di Milano.

Sin dall’inizio, le indagini si sono concentrate sul centro per richiedenti asilo di via Maestri del Lavoro, a poche centinaia di metri dal luogo del raid: passando al setaccio le immagini registrate dalle telecamere interne, i militari hanno individuato un uomo, corrispondente alla descrizione messa a verbale dalla vittima, rientrato sette minuti dopo la mezzanotte.

Il direttore lo ha riconosciuto subito in Sangare, trasferito temporaneamente a San Zenone per sostituire un collega assente. Nel frattempo, i tamponi sugli indumenti della diciottenne hanno consentito agli specialisti del Ris di isolare un profilo genetico. Mercoledì Sangare è stato sottoposto a un prelievo volontario del dna, risultato perfettamente sovrapponibile a quello dello stupratore. Così sono scattate le manette.