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Milano, la stupra mentre fa jogging: sconto di pena in Appello

L’uomo fu condannato a 5 anni, beneficiando di una riduzione dovuta al rito abbreviato. E ora ha avuto accesso al concordato penale, di fatto un patteggiamento

I carabinieri sul luogo dove era avvenuto lo stupro della donna che stava correndo

I carabinieri sul luogo dove era avvenuto lo stupro della donna che stava correndo

Milano, 6 settembre 2025 – Sconto di pena in Appello, per il marocchino di 28 anni condannato per la violenza sessuale ai danni di un’impiegata quarantenne che stava facendo jogging sulla pista ciclabile tra San Giuliano Milanese e Locate Triulzi la mattina del 23 dicembre del 2022.

In primo grado davanti al Gip di Lodi l’uomo, individuato dai carabinieri tra gli spacciatori attivi nella zona, aveva avuto una condanna a 5 anni, beneficiando della riduzione dovuta alla scelta del rito abbreviato. Ora ha avuto accesso al concordato penale, di fatto un patteggiamento in secondo grado che ha determinato l’ulteriore riduzione della pena, arrivando a 4 anni. La donna, che spesso faceva jogging al boschetto, in zona Nesporedo, era stata sorpresa alle spalle dal giovane che l‘aveva trascinata in una parte più interna del boschetto, l’aveva poi buttata a terra e le aveva intimato di stare zitta.  Quindi l’aveva denundata e avrebbe abusato di lei.

Quando era andato via, la donna era riuscita ad allontanarsi. I carabinieri l’hanno trovata accanto a una rotatoria sulla provinciale 164, che porta a San Giuliano - aveva chiesto aiuto al 112. L’aggressore - stando ai ricordi molto precisi della vittima - indossava un pile a collo alto bianco con cerniera e disegni blu.

Accompagnata alla Mangiagalli, punto di riferimento a Milano per le violenze sessuali, l’impiegata era stata sottoposta a tutte le cure e gli accertamenti del caso. Era stata lei stessa, ore dopo, a fornire ai militari della compagnia di San Donato e ai colleghi del nucleo investigativo qualche elemento che potrebbe tornare utile per identificare lo stupratore.

La donna era riuscita, nonostante lo choc, a fare un identikit molto preciso: venti anni circa, alto un metro e settanta, carnagione olivastra, viso senza barba. Un uomo con caratteristiche simili era stato controllato a San Giuliano poche settimane dopo l’episodio. Era stato identificato in un uomo di origine marocchina, poi arrestato nell’estate del 2023 a Corsico, aveva utilizzato un nome diverso.

Ad incastrarlo nelle indagini coordinate dal procuratore Maurizio Romanelli era stato stato però il dna lasciato sul corpo della vittima dello stupro.