
I funerali di Ernesto Pellegrini (nel riquadro) nella basilica di Sant'Ambrogio (Ansa)
Milano, 4 giugno 2025 – Milano ha detto addio a Ernesto Pellegrini, imprenditore ed ex presidente dell’Inter, scomparso l’altro giorno, proprio poche ore prima che la sua squadra del cuore venisse sconfitta nella finale di Champions League contro il Paris Saint Germain.
Le esequie si sono tenute nella basilica di Sant’Ambrogio, come merita il profilo di un personaggio che ha saputo rendere onore a Milano su diversi fronti. Lo sport, con le imprese dell’Inter, a partire dallo scudetto dei record nella stagione del 1988-89. Ma anche l’impresa, a capo di un piccolo impero nel settore dei servizi, a partire dalla ristorazione collettiva. E, soprattutto – ci permettiamo di dire – su quello della solidarietà, vero testimone, riservato e munifico, della Milan con il coeur in man.

L’ultimo saluto
Folta la delegazione nerazzurra, giunta a dare l’ultimo saluto all’ex numero uno del club bistellato. Ha portato gli omaggi dell’attuale società il suo successore, Beppe Marotta. E tanti erano i giocatori dell’Inter a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90: dalla Germania è arrivato Karl-Heinz Rummenigge. E poi lo “Zio” Beppe Bergomi, Aldo Serena, Riccardo Ferri, Beppe Baresi (fratello del milanista Franco), Nicola Berti.

Per le istituzioni hanno presenziato il presidente del Senato Ignazio La Russa (tifosissimo nerazzurro, tanto da venire avvistato a lanciare cori in piazza prima della finale di Monaco di Baviera), che ha portato una corona di fiori, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, Paolo Berlusconi, il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, il prefetto Claudio Sgaraglia e l'ex sindaco Gabriele Albertini. Presente anche il comico Pucci, interista fino al midollo.
Tra gli altri, è arrivato anche Enrico Pazzali, il manager che proprio oggi è tornato a guidare Fondazione Fiera Milano dalla cui presidenza si era autosospeso dopo il coinvolgimento nelle indagini sul presunto scandalo dei dossieraggi della Equalize. Davanti alla Basilica sono state depositate corone di fiori dei dirigenti dell'Inter, della società e della comunità ebraica di Milano.

Il commento di Marotta
Da Marotta arriva un ritratto a tutto tondo del suo predecessore. “Direi che abbiamo perso un presidente, un imprenditore e un grande uomo. Un presidente che ha gestito l'Inter come se fosse una famiglia con grande passione e determinazione. Lui era un pater familias in un calcio romantico rispetto a quello di oggi", ha detto il presidente dell’Inter all’uscita della basilica.

"Soprattutto – ha aggiunto Marotta – verrà ricordato l'uomo che si è sempre rivolto verso il prossimo e verso i più deboli non solo con aiuti materiali ma anche morali. La sua umiltà è generosità e il fatto di sapere ascoltare sono qualità di un leader e di un capo di impresa come era lui. Credo che nella sua Milano lui sia un membro autorevole della società civile”.