ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Paolo Micheli, 10 anni da sindaco di Segerate: “Prima le casse vuote poi l’incubo del Covid. Ma ora la città è vivibile”

Il bilancio del primo cittadino dal 16 giugno del 2015: “Golfo agricolo, Cassanese bis e freno all’urbanizzazione i miei risultati. Il momento più difficile? Affrontare il pre-dissesto dei conti del Comune”

Il bilancio di Paolo Micheli, primo cittadino di Segrate dal 16 giugno del 2015

Il bilancio di Paolo Micheli, primo cittadino di Segrate dal 16 giugno del 2015

Dieci anni da sindaco, tra spending review, Covid e un circuito di progetti green. Classe 1974, una laurea in relazioni pubbliche alla Iulm e un master alla Bocconi, Paolo Micheli (nella foto), a capo di una coalizione di centrosinistra, è il primo cittadino di Segrate dal 16 giugno 2015. Rieletto nell’autunno 2020, grazie al “bonus Covid“ totalizzerà quasi 11 anni di mandato: il suo incarico terminerà infatti con le amministrative della primavera 2026. "Sarò il sindaco col mandato più lungo nella storia di Segrate - dice - Il terzo incarico anche nei comuni popolosi? Non ho preclusioni, credo siano gli elettori a dover decidere, ma su questo tema ormai è stata messa la parola fine. Alle prossime elezioni lavorerò a testa bassa, affinché il centrosinistra possa vincere ancora".

Sindaco, da dove nasce la scelta di dedicarsi alla collettività?

"Sono figlio di dipendenti comunali, mia nonna paterna è stata la prima maestra del Villaggio ambrosiano. Vengo dal mondo degli Scout e dell’associazionismo cattolico: senso civico e voglia di mettersi in gioco fanno parte del mio bagaglio".

Con quali sensazioni ha vissuto questi dieci anni?

"Sono stati anni entusiasmanti, ricchi di emozioni. Il più toccante, inutile dirlo, è stato il periodo della pandemia: si è tastato con mano il senso di comunità, il rapporto fra istituzioni e tessuto sociale".

Quali sono stati i principali progetti realizzati?

"Rendere Segrate una città più vivibile. È stato questo l’obiettivo, che si è cercato di ottenere ponendo un freno all’urbanizzazione, potenziando spazi verdi e piste ciclabili. Ne è un esempio l’acquisizione a patrimonio pubblico del Golfo agricolo, un’area verde di ben 70 ettari. L’anno scorso Segrate è stata la sesta città più attrattiva d’Italia, la prima in Lombardia".

I costi delle case però non sono per tutte le tasche.

"È importante puntare anche sull’edilizia convenzionata per attirare le giovani coppie e rispondere alle esigenze delle famiglie che non hanno un alto potere d’acquisto".

Torniamo alle opere realizzate, cos’altro?

"Abbiamo sbloccato l’iter della Cassanese-bis e gettato le basi per il “Chilometro verde“, un corridoio ecologico che ricucirà i quartieri della città. Progetti come la stazione di Milano Porta Est, col prolungamento della M4, ci hanno visti fare un pressing costruttivo, affinché tutti gli enti coinvolti fossero allineati sui medesimi obiettivi".

C’è stato un momento di difficoltà?

"Abbiamo dovuto fronteggiare una situazione economico-finanziaria tra le più delicate, col bilancio del Comune che era in stato di predissesto. Un fatto che ha condizionato pesantemente le scelte amministrative e imposto un’oculata spending review. Ora le casse pubbliche sono di nuovo in equilibrio, gli investimenti sulla città possono ripartire".

Secondo lei, su quali aspetti dovrà concentrarsi il suo successore?

"Sulla manutenzione di strade e marciapiedi, nonché sul potenziamento dei mezzi pubblici per consentire a studenti e lavoratori di raggiungere più agevolmente Milano".

Un appello a Governo e Regione Lombardia.

"Rendere effettiva l’Iresa, la tassa i cui proventi ristorano i territori vicini agli aeroporti. Segrate ne beneficerebbe".