Milano, il sottosegretario Molteni annuncia un secondo Cpr a Milano

Dopo il grave accoltellamento a Lambrate, si pensa a una struttura da affiancare a quella già esistente in via Corelli: “Il sindaco ha centrato il punto, serve procedere con i rimpatri”

Un poliziotto e immigrati all'interno di centri di rimpatrio (Foto d'archivio)

Un poliziotto e immigrati all'interno di centri di rimpatrio (Foto d'archivio)

Milano, 10 maggio 2024 – L’attuazione di un secondo Cpr a Milano è sempre più vicina: lo conferma il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni che cerca di frenare le polemiche sulla città dopo i gravi episodi di violenza degli ultimi giorni. 

"Al di là della polemica che ha voluto sollevare in maniera del tutto strumentale, il sindaco Sala ha finalmente compreso un punto fondamentale: la necessità di procedere con i rimpatri degli immigrati irregolari pericolosi. Ebbene, vogliamo dare una buona notizia al sindaco e ai cittadini milanesi che hanno a cuore la sicurezza della città” ha dichiarato Molteni.

"Con il ministro Piantedosi stiamo ragionando sulla realizzazione di un secondo Cpr a Milano, una struttura di adeguate dimensioni per rimpatriare i tanti migranti irregolari problematici che in particolare gravitano nelle aree delle stazioni. Una struttura che dovrà trattenere soggetti altamente pericolosi come l'immigrato che ha tentato di uccidere un poliziotto, un criminale che era gravato da decreto di espulsione ma non era trattenuto in un Cpr per mancanza di posti disponibili" ha concluso Molteni.

Le parole del sindaco Sala contro il Governo

Le sue parole arrivano dopo le dichiarazioni del sindaco Sala che nella giornata di ieri, 9 maggio, ha sottolineato le colpe del governo in merito alla mancata espulsione degli immigrati irregolari come nel caso dell’uomo che ha accoltellato nella notte il vice-ispettore di polizia Christian Di Martino: “Visto che qualche esponente dei partiti di maggioranza butta la croce addosso a Milano e a me, il Governo si faccia un esame di coscienza e si chieda perché non fanno il loro dovere. Se c’è un provvedimento di espulsione, il dovere è eseguire l’espulsione. Se no chi ci rimette sono o le forze dell’ordine o i cittadini. In questo caso è chiaro di chi è la responsabilità”.

Questo secondo Cpr (centro di permanenza per i rimpatri) si andrebbe ad aggiungere a quello che già esiste in via Corelli che proprio nei mesi scorsi è stato più volte contestato per le condizioni disumane con cui sono trattati gli immigrati. 

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