MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Rubato il cinema delle case popolari del Giambellino e del Lorenteggio: “Ora vogliamo ricrearlo: aiutateci”

Furto al Laboratorio di quartiere Giambellino Lorenteggio: spariti proiettore, mixer, casse audio, cavi e pc. Il danno è di 12mila euro, partita la raccolta fondi. “Da 13 anni l’animazione all’aperto porta cultura e socialità”

Spettatori in un cortile di case popolari del Giambellino davanti allo schermo durante una serata di proiezioni al cinema all’aperto gratuito partito nel 2012

Spettatori in un cortile di case popolari del Giambellino davanti allo schermo durante una serata di proiezioni al cinema all’aperto gratuito partito nel 2012

Milano – “Ci hanno rubato il cinema”. L’allarme è scattato ieri mattina, quando i volontari del Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio si sono accorti del furto nella sede di via Odazio. Spariti il proiettore, l’impianto audio, il mixer, le casse audio e il cassone con tutti i cavi, le prolunghe e il pc portatile. Tutto il prezioso materiale “che in 13 anni ci ha permesso di dare vita a “Scendi, c’è il Cinema!“”, la rassegna cinematografica a ingresso gratuito nei cortili delle case popolari del Giambellino.

“Il valore totale della strumentazione che dobbiamo ricomprare è di 12mila euro”. Per questo il Laboratorio di quartiere lancia un appello alla città: “Aiutateci a ricomprare tutto”. Da qui, la raccolta fondi. L’obiettivo è raggiungere quella cifra e in un giorno sono stati donati oltre 2mila euro, da una settantina di sostenitori (è possibile dare il proprio contributo su www.produzionidalbasso.com).

Il progetto promuove cultura e socialità in una zona difficile, tra i caseggiati del Giambellino e del Lorenteggio, attraverso il cinema all’aperto nei cortili. D’estate, quando l’offerta scarseggia, si accendono le luci sullo schermo e comincia la storia. Sotto casa. A seguirla arrivano famiglie e persone di ogni età.

““Scendi, c’è il Cinema!“ – spiegano i promotori – è un progetto di cinema all’aperto gratuito partito nel 2012. È un percorso di partecipazione e attivazione: sono le case popolari e i suoi abitanti che si aprono alla città, invertendo la dinamica tradizionale della fruizione culturale in luoghi dedicati e centrali, mostrando tutta la ricchezza culturale e la forza sociale che hanno i quartieri di periferia. È una proposta culturale accessibile e di qualità nel cuore dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, patrimoni sociali e culturali della nostra città, oggi territori fragili e marginalizzati”. Tre anni fa, il “piccolo“ Laboratorio di quartiere aveva anche battuto il “gigante“ rappresentato dalle grandi case di produzione cinematografiche. Sì, perché il Consiglio di Stato aveva ritenuto corretto l’alt dell’Antitrust che aveva imposto ai rappresentanti delle major di rompere il presunto patto per “ostacolare l’approvvigionamento dei film da parte di arene a titolo gratuito”.

Ora la prossima sfida è poter riacquistare la strumentazione perduta.