
Hamza, giovane marocchino che proviene da Oued Zem: è uno degli avamposti da dove arriva la maggior parte degli spacciatori
Colico (Lecco) – Sullo sfondo il laghetto di Piona, il lago di Como, gli splendidi boschi dell’Alto Lario. In primo piano droga di ogni sorta, soldi e i bivacchi dello spaccio. TikTok e gli altri social sono la nuova vetrina dei mercati di morte che invadono i boschi della droga dell’Alto Lago di Como: decine di video, pubblicati in chiaro, senza blocchi, senza censure, per indicare ai clienti dove trovarli, sponsorizzare le sostanze stupefacenti che sono in grado di vendere 24 ore su 24, ma soprattutto ostentare potere e ricchezza, tanta ricchezza, con vestiti e accessori griffati, braccialetti di marca, auto di lusso e cumuli di mazzette di banconote da 20 e 50 euro. Migliaia di follower, decine di migliaia i like, i “mi piace“ e i cuoricini, più di 175mila le visualizzazione di alcuni post.
Uno dei profili più attivi e seguito è quello di Hamza, giovane marocchino che proviene da Oued Zem, uno degli avamposti da dove arrivano la maggior parte dei soldati dello spaccio nei boschi lombardi. Si mostra in passamontagna e atteggiamenti da gangster mentre confeziona dosi di droga, presidia i suoi bivacchi, conta cumuli di soldi. Con indice e medio traccia una V di vittoria, ma anche di vaffa... “Buongiorno”, la scritta ricorrente in sovrimpressione ai suoi video.
Gli spacciatori che trasformano quell’angolo di paradiso terrestre, invidiato e ammirato in tutto il mondo, in una bolgia infernale di disperazione e tossicodipendenza, sono talmente sfrontati e nel contempo ben organizzati che non solo utilizzano i social per farsi pubblicità, ma accettano anche pagamenti con bancomat e carte di credito, come in un negozio qualsiasi.
Utilizzano pos portatili verosimilmente collegati a conti esteri per non essere rintracciati, ma soprattutto per non rischiare di perdere gli incassi. Non è tuttavia solo questione di marketing, né di business. Gli spacciatori dei boschi della droga sono sempre più spietati e violenti, nelle vita reale: armi, come machete o appunto pistole, vendette, regolamenti di conti, ritorsioni, accoltellamenti in pieno giorno, anche contro gli operatori delle forze dell’ordine, come un agente della polizia locale dell’Alto Lario che l’anno scorso è stato accoltellato a una mano da un sospettato che stava scappando.