ANDREA GIANNI
Cronaca

Buoni da 20mila euro scaduti ma mai incassati: Poste deve risarcire i due anziani

Il giudice: “È onere dell’istituto dimostrare di aver consegnato il foglio informativo, non viceversa”

I coniugi avevano acquistato nel 2006 quattro buoni fruttiferi dal valore di cinquemila euro l’uno, scaduti dopo 18 mesi

I coniugi avevano acquistato nel 2006 quattro buoni fruttiferi dal valore di cinquemila euro l’uno, scaduti dopo 18 mesi

Milano, 23 giugno 2025 – I quattro buoni fruttiferi postali sono ormai prescritti, ma il Tribunale civile di Milano ha condannato Poste Italiane a risarcire la coppia di anziani che ha cercato di incassarli oltre i termini, stabilendo che “era onere di Poste dimostrare di aver consegnato loro il foglio informativo, e non viceversa”.

Una sentenza che potrebbe fare da apripista per tanti altri casi analoghi, anche perché finora i giudici milanesi hanno bocciato simili ricorsi. Una battaglia legale portata avanti da Federconsumatori Milano, con l’avvocata Maria Rosaria Brancaccio, a cui si erano rivolti gli anziani coniugi che ora hanno ottenuto il risarcimento di 20mila euro (pari al valore dei buoni da cinquemila euro l’uno) oltre agli interessi.

I buoni fruttiferi, emessi nell’ottobre 2006, avevano la durata di 18 mesi. Sono scaduti quindi il 23 aprile 2008 e dieci anni dopo, il 23 aprile 2018, è scattata la prescrizione, che li ha trasformati in carta straccia con la conseguente perdita del denaro.

Dopo aver appreso della beffa, la coppia ha avviato la battaglia legale con Federconsumatori che si è tradotta, nel 2019, in un reclamo a Poste e in un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, che lo ha rigettato dichiarando di non potersi occupare della questione risarcitoria. Il caso è approdato quindi davanti al Tribunale civile di Milano.

I due risparmiatori milanesi hanno sostenuto di non aver incassato i buoni perché ignari della scadenza, “non avendo ricevuto al momento dell’acquisto” nell’ufficio postale “il foglio informativo”. Sui buoni fruttiferi, tra l’altro, era indicata soltanto la serie, senza esplicitare la data di scadenza o il tasso di interesse. I legali di Poste, nel giudizio di primo grado, hanno sostenuto invece il “corretto adempimento di Poste Italiane afferente all’ambito delle obbligazioni informative”, chiedendo quindi di respingere l’istanza. Il giudice, Antonio Stefani, pur riconoscendo che i buoni sono effettivamente prescritti ha stabilito il diritto dei coniugi a ottenere il risarcimento della somma.

La sentenza

“Era onere di Poste – ha messo nero su bianco nella sentenza – dimostrare di aver consegnato il foglio informativo”. Anche perché “se i ricorrenti avessero conosciuto la durata di 18 mesi dei loro buoni fruttiferi non avrebbero atteso quasi dodici anni per cercare di incassare il rimborso. La prescrizione del diritto al rimborso è diretta conseguenza della mancata consegna del foglio informativo e quindi della ignoranza circa la scadenza dei buoni”.

Definisce inoltre “a dir poco opaca” la scelta di Cassa Depositi e Prestiti, che ha emesso i buoni collocati da Poste, di “non indicare sui titoli né il tasso riconosciuto né la durata”. “Stiamo seguendo diverse posizioni di questo tipo – spiega Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano – perché nella stessa situazione dei due anziani ci sono decine di migliaia di persone. Nel 2022, tra l’altro, l’Agcm sanzionò Poste Italiane per le condotte inadempienti sull’informativa in relazione ai buoni”.