Era finito a processo con l’accusa di aver fatto sparire circa 37mila euro di risparmi, investiti in buoni fruttiferi, di un’anziana che alle Poste aveva un conto corrente e un libretto. Imputato, l’ex direttore dell’ufficio postale di Ome, Luciano Doria. Accusato di peculato, il pm Carlo Pappalardo aveva chiesto una condanna di 4 anni. Ma il tribunale - presidente Mauro Ernesto Macca - ha riqualificato la contestazione in truffa e ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione del reato. Così si è concluso il dibattimento ieri per il funzionario che nel 2013 era finito al centro di un’inchiesta.
Nel 2009 la signora aveva sottoscritto due buoni postali da 35mila euro ciascuno e all’improvviso riceveva solo una cedola su due. Insospettita, l’anziana avrebbe chiesto lumi proprio a Doria, senza ricevere spiegazioni convincenti. Gli accertamenti della Finanza hanno permesso di appurare che nel maggio 2012 il corrispettivo del buono e gli interessi maturati furono trasferiti su un secondo libretto intestato alla signora, da cui furono fatti una serie di prelievi fino a prosciugare il conto, sul quale rimasero solo 77 euro. Un secondo libretto che però la presunta titolare non aveva mai aperto, per cui mai aveva firmato, e da cui furono eseguiti e autorizzati prelievi con l’utenza e la password di Doria.
Per la difesa però l’imputato era da assolvere: mancherebbe la prova certa che l’autore dei magheggi fosse il funzionario stesso. O in subordine il reato avrebbe dovuto essere riqualificato truffa.
Beatrice Raspa