
La simulazione organizzata dalla Prefettura sabato notte per testare i protocolli d’emergenza
Notte tra sabato e domenica, ore una e 23: un Frecciarossa arriva a Rogoredo, e sul treno c’è una bomba. Scenario che in Italia rimanda a memorie del terrorismo neofascista di qualche decennio fa, più che agli attentati islamisti di questo millennio in altri Paesi europei, ma tant’è: tra meno di un anno ci sono le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e bisogna occuparsi di quella cosa chiamata “prevenzione”, poco notata dai non addetti ai lavori finché non ci piomba addosso qualcosa come una pandemia. O un attentato: si spera non accada mai, ma bisogna essere pronti.
Così la Prefettura di Milano ha organizzato quest’esercitazione di difesa civile notturna "Cbrne" (cioè per un ipotetico attacco "chimico, biologico, radiologico, nucleare ed esplosivo") alla stazione di Rogoredo, coinvolgendo vigili del fuoco, forze di polizia, soccorritori del 118, protezione civile e personale delle FS-Rfi per collaudare il sistema d’intervento e le procedure per la gestione delle emergenze. Simulando un "attentato con armi non convenzionali" a bordo di un convoglio dell’alta velocità, la finta esplosione di una valigia contenente nitrato d’ammonio. Riprodotta fedelmente, dal fumo dalla seconda carrozza che ha fatto partire l’allarme alla sala operativa di Rfi al coinvolgimento di tutti gli attori (Prefettura, pompieri, Areu, Polfer, Questura e carabinieri, Protezione civile del Comune, della Regione e volontari, security di Fs e Trenitali), dall’evacuazione dei passeggeri verso un’area sicura al soccorso dei feriti, con i figuranti pieni di sangue (finto) barellati in carne ed ossa verso le tende gonfiabili e l’ingaggio di automediche, ambulanze ed elisoccorso per almeno ventidue persone di cui almeno una deceduta nella simulazione temporaneamente comparsa sul sito dell’Areu. Dove l’evento era classificato come "esplosione: mezzo pubblico". Finta, per fortuna.
Giulia Bonezzi