MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Indagini sul focolaio legionella. Sei inquilini ricoverati, un morto: "Non possiamo stare tranquilli"

La paura degli abitanti di via Rizzoli 73-87: "Troppi malori. Abbiamo usato l’acqua calda fino a domenica". In corso i controlli di Ats per individuare l’origine del contagio; nei prossimi giorni i risultati dei campionamenti.

La paura degli abitanti di via Rizzoli 73-87: "Troppi malori. Abbiamo usato l’acqua calda fino a domenica". In corso i controlli di Ats per individuare l’origine del contagio; nei prossimi giorni i risultati dei campionamenti.

La paura degli abitanti di via Rizzoli 73-87: "Troppi malori. Abbiamo usato l’acqua calda fino a domenica". In corso i controlli di Ats per individuare l’origine del contagio; nei prossimi giorni i risultati dei campionamenti.

e Marianna Vazzana

"La paura c’è, perché l’acqua calda l’abbiamo utilizzata fino a domenica. E poi sapere di un inquilino morto e di altri cinque ricoverati non ci fa certo stare tranquilli". Gabriella e Filippo Cirulli sono residenti nel caseggiato popolare di via Rizzoli 73-87, dove è in corso un focolaio di legionella. "I casi a oggi segnalati sono 6, di cui 4 tuttora ricoverati, e un paziente è deceduto" spiega Ats in una nota. La vittima di polmonite da legionella pneumophila si chiamava Luigi Gandini e aveva 91 anni, come raccontato ieri su queste pagine. È deceduto il 30 giugno al San Raffaele lasciando una figlia e due nipoti. "Una persona socievole, generosa e dalla battuta pronta. Mancherà", lo hanno ricordato i vicini.

Ats specifica che le persone colpite "hanno un’età compresa tra 70 e 90 anni. L’Agenzia di tutela della salute (Ats) della Città Metropolitana di Milano ha avviato le indagini finalizzate a individuare l’origine del contagio in stretta collaborazione con MM e il Comune di Milano", rispettivamente gestore e proprietario del complesso di edilizia residenziale pubblica a Crescenzago, nell’estrema periferia est, vicino a Cascina Gobba. Ieri mattina Ats ha svolto i campionamenti e i risultati arriveranno nei prossimi giorni. MM aveva già attivato mercoledì "i protocolli precauzionali" ha fatto sapere l’azienda", dopo che il tam tam tra gli inquilini era già partito arrivando anche alle orecchie del consigliere comunale di FdI Marco Cagnolati, che ha presentato un’interrogazione a sindaco e assessori sul focolaio di legionella in via Rizzoli. La fornitura di acqua calda, precauzionalmente sospesa, è tornata ieri. Nel frattempo "sono stati effettuati i prelievi per le analisi necessarie ad avere un riscontro chiaro e certo". I cui risultati saranno noti oggi. MM ha anche provveduto a "una nuova disinfezione dell’impianto idrico" dopo quella dello scorso aprile, in concomitanza del regolare controllo – semestrale – che "aveva escluso contaminazioni da legionella". Gli inquilini non nascondono la preoccupazione. "Io ho insistito con una signora, mia amica, perché andasse al pronto soccorso nei giorni scorsi. Aveva la febbre e faticava a respirare", dice Lidia Reggia. "Purtroppo abbiamo avuto un morto e 5 ricoverati: non possiamo stare sereni. E non è la prima volta che succede un fatto del genere". Sì, perché anche ad agosto del 2017 era stata trovata legionella sopra la soglia consentita negli impianti di questo caseggiato. Risultato: erogazione d’acqua sospesa per 48 ore, per i controlli e la disinfezione. E per i 500 inquilini erano state posizionate in strada quattro colonnine idranti.

Ora, non tutti gli abitanti sanno cosa sia successo. "Davvero ci sono casi di legionella?", domanda Giuseppina Marrese. "Io ho solo letto il cartello in cui si dice della sospensione dell’acqua calda. Nessuno però ci ha detto il perché". La "mancanza di comunicazione chiara" è lamentata da diversi abitanti. "Io, per esempio, ho saputo del problema legionella da altri inquilini che erano informati", continua Luciana Toscano. "Ci mancava solo questo". Annuisce Daniela Gedesi, settantottenne: "Siamo all’oscuro di quello che succede". Altri lamentano "manutenzione carente. Possibile che nessuno si sia accorto prima di questo problema? Una persona è deceduta. Altre sono ricoverate: la situazione è grave".

Qualcuno propone di organizzare un’iniziativa in onore di Luigi Gandini, "perché non tutti sono potuti andare al funerale (celebrato mercoledì mattina, ndr). Faceva parte di un gruppo che si chiamava “Semper alegher“: vogliamo ricordarlo con il sorriso".