ANDREA GIANNI E NICOLA PALMA
Cronaca

“Bellocco voleva uccidermi”. Il capo ultrà dell’Inter Beretta lo racconta ai pm

Il piano prevedeva di attirarlo in una trappola da uomini vicini all’omonima famiglia di ‘ndrangheta. A quel punto è passato al contrattacco uccidendolo fuori dalla palestra di Cernusco sul Naviglio

Milano, 3 ottobre 2024 – Il progetto per uccidere Andrea Beretta era già pronto. E prevedeva, stando a quello che lo stesso capo ultrà dell'Inter avrebbe appreso nei giorni precedenti, che venisse attirato in trappola da qualcuno in un luogo isolato, ucciso a colpi di pistola e poi sotterrato.

Nella foto a sinistra: Antonio Bellocco, legato all'omonima famiglia di 'ndrangheta, e il capo ultrà della Curva dell'Inter Andrea Beretta col pugno chiuso: Nella foto a destra, il luogo del delitto
Nella foto a sinistra: Antonio Bellocco, legato all'omonima famiglia di 'ndrangheta, e il capo ultrà della Curva dell'Inter Andrea Beretta col pugno chiuso: Nella foto a destra, il luogo del delitto

L’omicidio

Beretta, però, ha anticipato le mosse del presunto mandante, il suo alter ego al secondo anello verde Antonio Bellocco, uccidendolo a coltellate la mattina del 4 settembre scorso davanti alla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio.

Lo scenario emerge dagli atti dell'indagine che lunedì ha decapitato i direttivi delle curve Nord e Sud del Meazza, portando in cella i principali esponenti del tifo organizzato rossonerazzurro.

L’interrogatorio

Dopo l'omicidio Beretta è stato fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo subito dopo l'omicidio: in sede di interrogatorio, si apprende ora, avrebbe rilevato ai pm di un "piano omicidiario" ai suoi danni, che sarebbe dovuto diventare realtà dopo la sua convocazione "tra giugno e luglio" a casa di Bellocco.

Le minacce 

All'interno dei box dell'abitazione del trentaseienne rampollo di 'ndrangheta, Beretta sarebbe stato minacciato da alcuni emissari della famiglia della piana di Gioia Tauro (compreso uno presentato come latitante) sulla questione della spartizione degli introiti legati al merchandising della Curva Nord.

Le telecamere

In effetti, gli investigatori avevano già contezza di quel vertice, documentato il 23 luglio scorso: le telecamere hanno immortalato la presenza di diverse persone davanti a casa di Bellocco e il successivo arrivo di Beretta, rimasto all'interno del complesso residenziale per circa 45 minuti. È probabile che sia proprio quello il faccia a faccia cui ha fatto cenno "Berro" ai pm nelle ore immediatamente successive all'assassinio di Bellocco.

La trappola fallita

Ai magistrati, il quarantanovenne pluridaspato, che aveva ereditato il potere a San Siro da Vittorio Boiocchi e che lo condivideva con la coppia formata da Antonio Bellocco e Marco Ferdico, ha riferito anche di aver saputo in anticipo che Totò u Nanu aveva intenzione di farlo fuori: qualcuno lo avrebbe avvisato che il piano prevedeva di stordirlo con un sonnifero, portarlo in un luogo isolato e ucciderlo, per poi seppellire il cadavere e farlo sparire.

La pistola

Proprio per quel motivo, Beretta aveva iniziato ad andare in giro con una pistola con matricola abrasa nascosta in una fondina ascellare e con un coltello. La mattina del 4 settembre, è avvenuto il confronto finale con Bellocco: quando quest'ultimo lo ha minacciato di morte, lui lo ha aggredito; il trentaseienne di San Ferdinando sarebbe riuscito a strappargli l'arma e a ferirlo all'anca con un colpo, ma a quel punto lui lo ha accoltellato almeno undici volte tra cuore e gola, infierendo più volte sul corpo.