GIULIANA LORENZO
Cronaca

L’atletica senza impianti a Milano: “Impossibili anche le gare provinciali”

Vecchie e senza manutenzione: la situazione (pessima) delle piste in città. E i campioni si allenano in provincia

La pista di atletica dell’Arena Civica tra rattoppi e macchie

La pista di atletica dell’Arena Civica tra rattoppi e macchie

Milano, 31 luglio 2025 –  Cinque sono gli impianti di atletica di cui è dotata Milano, ma nessuno è a norma o omologato. Paragonando la situazione con il resto d’Europa, si dovrebbe gridare al miracolo sportivo guardando i giovani milanesi che, in questa metà di stagione, hanno brillato.

Nel capoluogo lombardo ci sono 46 società affiliate alla Fidal, con circa 7.199 tesserati, di cui oltre la metà under 18 anni e già in Nazionale. Basti pensare a Kelly Ann Doualla Edimo del Cus Pro Patria Milano che lavora a San Donato, al milanese dell’alto Matteo Sioli spesso costretto ad emigrare a Bergamo o alla triplista Erika Saraceni che si allena su una pista danneggiata al XXV Aprile. Le società da mesi, con l’ultima richiesta a vuoto di maggio, chiedono un confronto con il Comune di Milano, che non ha nemmeno preso parte a un bando della regione per soldi a fondo perduto fino a 600mila.

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Contiunua a battersi Franco Angelotti, presidente della Bracco Atletica: “A Milano non si può organizzare nemmeno una gara provinciale, perché non c’è più una pista di atletica omologata dalla Federazione. Non è solo un problema di questa giunta: la situazione impiantistica sportiva della città è drammatica da quasi 25 anni, servirebbe un “piano Marshall“ per lo sport, soprattutto ora che è previsto in Costituzione, è un dovere garantire la possibilità di fare attività fisica”.

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Le società, cercando di aprire il dialogo con il Comune, in collaborazione con il Comitato Regionale e Provinciale Fidal, hanno stilato un documento che fotografa lo stato degli impianti, evidenzia i lavori da fare e i costi. Le varie realtà sportive sono deteminate ad andare avanti e, se il Comune non collaborerà, sono pronti, se necessario, a parlare con il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio e con il Ministro dello Sport Andrea Abodi.

Milano ha 5 impianti, Barcellona 13, Berlino 75, Budapest 21, Londra 42 (è candidata per i Mondiali 2029) e anche a Roma va meglio con 15. Poi Praga ne ha 85 e Varsavia 46, di cui molti ad uso scolastico. Gli impianti sono per la maggioranza storici, come l’Arena Civica, voluta da Napoleone e diventata centro sportivo nel 1870 (teatro di 15 record del mondo) ma nel tempo sono stati abbandonati, con investimenti sempre più sporadici e poca manutenzione. Oggi è degradata: il manto, rifatto nel 2020, presenta buche, la superficie è irregolare e serve un rifacimento totale e la Fidal ha sospeso l’omologazione. Questo ha portato a una situazione critica con strutture spesso inutilizzabili: dalle 11 piste del 1987 si è arrivati a 5.

Non va meglio al XXV Aprile, gestito dal 2015 dalla Fidal in accordo con Milano Sport, con il CUS Milano come capofila. In dieci anni sono stati investiti circa 280.000 euro, ma la pista si deve rifare e la parte indoor non è mai stata aperta. Il Centro Sportivo Carraro, unico a sud di Milano, è stato riqualificato tra il 2021 e il 2023. Eppure, la pista è impraticabile: coperta d’erba, danneggiata dalle radici degli alberi. La pedana del lungo è stata mal realizzata, il materasso dell’alto è in condizioni pessime e manca la gabbia per i lanci, infine le canaline di scolo sono otturate. Le società chiedono che almeno si riparta da questi tre impianti, rifacendo la pista dell’Arena e del XXV Aprile e recuperando il Carraro. Accanto alla manutenzione urgente e messa in sicurezza degli impianti esistenti, serve anche un piano che preveda la costruzione di piste in aree attualmente prive di centri per l’atletica, dando priorità ai quartieri ad alta densità abitativa e scolastica.