
La ruspa utilizzata dai ladri nell’assalto del 9 aprile a San Giuliano Milanese
Milano – L’ultimo precedente è recentissimo. Poco meno di due mesi fa, nella notte tra l’8 e il 9 aprile, una batteria di ladri ha preso d’assalto un deposito di materiale tecnologico di San Giuliano Milanese (peraltro già svaligiato nel 2023 con un colpo da 1,5 milioni di euro), usando una ruspa come ariete per buttar giù il cancello. Pure in quel caso, come in quello andato in scena alle 3.15 di ieri al Milano Logistic Center di Lacchiarella, la reazione a mano armata delle guardie giurate ha messo in fuga gli aggressori, costretti a scappare a mani vuote. Pure in quel caso, i banditi hanno posizionato alcune auto di traverso lungo il tragitto e le hanno bruciate per rendere più difficoltoso l’eventuale intervento delle forze dell’ordine.
Un copione collaudato. Un modus operandi messo in pratica dalle gang specializzate nei raid milionari ai poli della logistica. Uno schema fisso che porta, ieri come oggi, a gruppi organizzati di criminali provenienti dall’Europa dell’Est. Prova ne è l’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova che a fine novembre 2024 ha portato in carcere sette dei dodici destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Natalia Imarisio su richiesta dell’aggiunta Bruna Albertini e della pm Maria Cristina Ria.
In quell’occasione, i militari dell’Antirapine, guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, avevano smantellato un patto tra ucraini e moldavi. Un’alleanza per condividere know how criminali: i primi si occupavano di rubare le macchine da utilizzare per sbarrare le strade; i secondi pensavano a organizzare i blitz. Una saldatura che nel gergo della malavita dell’Europa dell’Est viene definita “Strelka”, non a caso il nome dell’operazione. L’inchiesta era scattata il 5 gennaio 2022, quando era arrivata la notizia di un furto andato in scena il 28 dicembre 2021 alla Esprinet di Cambiago “per un bottino di dispositivi informatici del valore complessivo di oltre 110mila euro”. A quel punto, i militari avevano riguardato a ritroso vari raid simili avvenuti tra Lombardia, Veneto ed EmiliaRomagna a partire dal 2020, cercando similitudini nel modus operandi.
Lo screening aveva consentito di individuare una serie di blitz analoghi a quello di Cambiago e di “agganciare” due dei principali indagati, il quarantenne ucraino V.N. e il cinquantenne moldavo I.P. Da lì erano partite le intercettazioni, che avevano captato alcuni dialoghi-chiave: “Il ciccione ha detto che c’è un compleanno, ma io ho detto che non ci vado”, la frase di V.N. Tradotto: I.P. (il “ciccione”) mi ha proposto un affare (il “compleanno”), ma ho deciso di non accettare l’offerta. Negli atti, si parlava di quattro irruzioni notturne tra il Trevigiano (articoli elettronici), la Bergamasca (furto a vuoto), Trezzano sul Naviglio (oro, rame e nichel) e la provincia di Venezia (138 paia di scarpe Chanel e 48 di Bottega Veneta).