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Forniture da laboratori che impiegano lavoratori sottopagati: ispezioni nelle sedi di Armani e Dior

I controlli effettuati da funzionari dell’Antitrust in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza. La masion fondata da Re Giorgio: “Accuse infondate, fiduciosi sull’esito positivo degli accertamenti”

Forniture da laboratori che impiegano lavoratori sottopagati: ispezioni nelle sedi di Armani e Dior

Milano, 17 luglio 2024 – Sviluppi dell’inchiesta sul presunto ricorso a manodopera a basso costo da parte di alcune aziende che fanno riferimento alle principali maison della moda. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di confronti di alcune società del Gruppo Armani e del Gruppo Dior per possibili condotte illecite nella promozione e nella vendita di articoli e di accessori di abbigliamento, in violazione delle norme del Codice del Consumo.

Alle ispezioni ha partecipato la Guardia di finanza (Archivio)
Alle ispezioni ha partecipato la Guardia di finanza (Archivio)

Secondo l'Autorità in alcuni casi le società avrebbero utilizzato forniture provenienti da laboratori che impiegano lavoratori che riceverebbero salari inadeguati. Inoltre opererebbero in orari di lavoro oltre i limiti di legge e in condizioni sanitarie e di sicurezza insufficienti, in contrasto con i vantati livelli di eccellenza della produzione.

Le contestazioni

L'istruttoria, si legge in una nota dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, è stata avviata sulle società Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. e sulla Christian Dior Couture S.A., Christian Dior Italia S.r.l. e Manufactures Dior S.r.l. per possibili condotte illecite nella promozione e nella vendita di articoli e di accessori di abbigliamento, in violazione delle norme del Codice del Consumo.

In entrambi i casi, spiega l'Antitrust, "le società potrebbero avere presentato dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale non veritiere, in particolare riguardo alle condizioni di lavoro e al rispetto della legalità presso i loro fornitori. Inoltre, le società avrebbero enfatizzato l'artigianalità e l'eccellenza delle lavorazioni. A fronte di tali dichiarazioni, per realizzare alcuni articoli e accessori di abbigliamento, le società si sarebbero avvalse di forniture provenienti da laboratori e da opifici che impiegano lavoratori che riceverebbero salari inadeguati. Inoltre – è la chiusura del comunicato – opererebbero in orari di lavoro oltre i limiti di legge e in condizioni sanitarie e di sicurezza insufficienti, in contrasto con i livelli di eccellenza della produzione vantati dalle società".

I controlli

Ieri i funzionari dell'Autorità, con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni presso le sedi delle società Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. e anche presso la sede della società Christian Dior Italia S.r.l.

La replica di Armani

Nel corso della mattinata è stata diffusa una nota in cui è riportata la posizione del gruppo Armani sull’accaduto che “prende atto dell'inizio di un procedimento per asserite pratiche commerciali scorrette che sarebbero relative ad alcuni aspetti della comunicazione istituzionale”.

Le società interessate "assicurano piena collaborazione con l'Autorità procedente, ritengono infondate le ipotesi delineate e sono fiduciose che gli accertamenti avranno esito positivo".

La nota di Dior

“La Maison Dior condanna fermamente questi atti scorretti, che oltre a contraddire nella maniera più assoluta i valori dell’azienda e il codice di condotta sottoscritto dalle due società, non rispecchiano affatto l`operato dei propri artigiani e il legame che unisce Dior all’Italia”. Lo scrive in una nota la casa di moda francese. “Da oltre 30 anni - prosegue la nota -, la Maison è orgogliosa di aver stretto collaborazioni di eccellenza con le maggiori aziende italiane che contribuiscono in modo significativo all’economia del Paese, permettendo la creazione di 4.000 posti di lavoro. Consapevole della gravità delle violazioni commesse dai fornitori in oggetto e dei miglioramenti da apportare ai propri controlli e alle proprie procedure, la Maison Dior sta collaborando con gli organi giudiziari italiani". "Nessun nuovo ordine sarà effettuato in futuro con questi fornitori. Dior sta lavorando intensamente per rafforzare le procedure esistenti. Nonostante i regolari controlli, questi due fornitori erano riusciti a occultare tali pratiche a Dior - aggiunge il comunicato -. Alcuni articoli riportano fatti del tutto falsi, in primo luogo indicando che i fornitori in questione producevano borse da donna quando invece partecipavano esclusivamente all'assemblaggio parziale di articoli in pelle da uomo; e in secondo luogo che i costi di produzione di tali borse sarebbero ridicolmente bassi. Va tenuto presente che il margine di profitto della Maison Dior è del tutto in linea con il settore del lusso e non è affatto della misura indicata dai commenti errati". “Dior seguirà la realizzazione dei suoi manufatti - in particolare l'integrazione della produzione nei propri atelier - e continuerà a offrire le migliori condizioni di lavoro a tutti coloro che contribuiscono - conclude la nota -, con immenso impegno e know-how, a creare i prodotti Dior della migliore qualità".