ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Arese, al lavoro in Comune con il cane: “Dipendenti più sereni in ufficio”

La Giunta approva il regolamento. Il sindaco Nuvoli: il tempo trascorso alla scrivania sarà piacevole

Il regolamento individua gli uffici dove possono essere portati i cani, i doveri per i proprietari, le modalità per chiedere l’autorizzazione

Il regolamento individua gli uffici dove possono essere portati i cani, i doveri per i proprietari, le modalità per chiedere l’autorizzazione

Arese (Milano) – I dipendenti comunali di Arese potranno stare in compagnia dei loro cani anche in ufficio. Lo ha deciso la giunta comunale di centrosinistra approvando in via sperimentale un regolamento molto severo che individua gli uffici dove può essere portato, i doveri per il dipendente-proprietario del cane, i requisiti che deve avere l’animale e le modalità per chiedere l’autorizzazione. “Credo che siamo uno dei pochissimi Comuni in Italia - commenta il sindaco Luca Nuvoli -. Perché? Crediamo possa essere un modo per migliorare il clima lavorativo e rendere più piacevole il tempo trascorso all’interno del Comune”. In altre parole, come si legge nel Regolamento, secondo l’amministrazione comunale “la presenza di animali da compagnia promuove un benessere organizzativo diffuso che consenta ai lavoratori di operare in un clima aziendale sereno e stimolante”.

Il regolamento prevede l’ingresso nel municipio, per esempio, solo animali iscritti all’apposita Anagrafe, con libretto sanitario e controlli veterinari in regola (quindi tutte le profilassi vaccinali). Devono essere puliti e spazzolati, per garantire anche igiene all’interno degli uffici. I cani sono ammessi solo in uffici occupati da un solo dipendente e dove non c’è contatto diretto con il pubblico, Inoltre, il padrone deve provvedere alla pulizia e alla creazione di una zona sicura per l’animale, oltre a indicare con un cartello la presenza del cane nell’ufficio. E per le esigenze fisiologiche del cane? Il Regolamento prevede che deve uscire in un luogo aperto almeno 2 volte al giorno e che il dipendente deve recarsi in ufficio dopo aver già fatto fare all’animale una “prima passeggiata”.

Ma non solo, “il tempo dedicato al cane per questa o qualunque altra necessità di accudimento, ordinaria e straordinaria, non è considerato tempo di lavoro e dovrà essere recuperato (timbrature di uscita e rientro). Insomma il benessere del dipendente è importante, ma la presenza del proprio amico a quattro zampe non deve diventare una scusa o un motivo per trascurare il lavoro o rimanere indietro con le proprie responsabilità.