Blitz ambientalista a Milano, mucchio di letame a forma di cuore in Regione: “Amore tossico tra clima e governo”

La protesta del movimento Extinction Rebellion per denunciare le politiche climatiche. L’accusa alla Regione: “Avete contrastato le direttive sull’inquinamento atmosferico”

Dopo la vernice all’Arco della Pace e i Navigli colorati di verde, gli attivisti per il clima del movimento Extinction Rebellion si sono presentati davanti alla sede del Consiglio Regionale a Milano con un cumulo di letame a forma di cuore come metafora “dell’amore tossico tra governo e clima” e “di ciò che stiamo vivendo”. Un’altra manifestazione era contestualmente in atto a Torino, di fronte alla Cassa depositi e prestiti, dove i manifestanti hanno portato sabbia e fieno per contestare le politiche climatiche delle istituzioni italiane.

La protesta è stata organizzata in due città nel giorno di San Valentino per denunciare – scrive il gruppo in un comunicato stampa – “l’ipocrisia di chi governa la politica e la finanza, sia a livello nazionale che regionale”. A Milano, diversi giovani attivisti si sono incatenati tra loro con tubi di plastica mentre un violino accompagnava la protesta.

Extinction Rebellion ha scelto come obiettivo la Regione Lombardia perché, affermano, ha “contrastato attivamente la direttiva europea sull’inquinamento atmosferico ed è una delle regioni con il più alto consumo di suolo. Il governo nazionale, invece, ha annunciato di voler continuare a investire in combustibili fossili, in particolare nel gas”.

Crisi climatica in Lombardia

I combustibili fossili sono la principale causa del riscaldamento globale, a sua volta responsabile della crisi climatica in atto e dell’aumento di fenomeno meteorologici di disastrosa entità, come nubifragi e siccità. Questi effetti sono registrare con sempre maggiore frequenza anche in Lombardia. In pochi mesi Milano ha collezionato il giorno più caldo degli ultimi 260 anni, l’autunno più caldo di sempre, il record storico di eventi climatici estremi.

La critica al Piano Mattei

Gli attivisti, in particolare, criticano al governo Meloni il Piano Mattei di “investimento di 5,5 miliardi, di cui 3 provenienti dal Fondo italiano per il clima, gestito proprio da cassa depositi e prestiti, il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

Cassa depositi prestiti – denunciano – “è infatti centrale nella progettazione di queste nuove infrastrutture per il trasporto di Gnl, giustificate dalla crisi energetica nel discorso politico, ma destinate in gran parte all'export. Così centrale da essere stata citata in giudizio da Greenpeace e Recommon, con Eni e il Ministero delle Finanze, con l'accusa di lobbying e greenwashing, la cui udienza sarà proprio il 17 febbraio”.