Blitz ambientalista a Milano, Naviglio Grande tinto di verde: “Il governo parla, la Terra affonda”

La stessa azione è stata replicata anche a Roma, Bologna, Venezia e Torino. Il collettivo Extinction Rebellion sta protestando contro il fallimento della Conferenza sul clima di Dubai

Cinque blitz sono stati messi in atto sabato pomeriggio dal collettivo ambientalista “Extinction Rebellion” a Milano, Roma, Torino, Bologna e Venezia: gli attivisti hanno colorato fiumi e canali di verde con della fluoresceina – un sale innocuo per l’ambiente che si dissolve dopo qualche ora – e lanciato il messaggio: “Il governo parla, la Terra affonda”

Le acque del Naviglio tinte di verde e lo striscione di Extinction Rebellion: "Il governo parla, la Terra affonda"
Le acque del Naviglio tinte di verde e lo striscione di Extinction Rebellion: "Il governo parla, la Terra affonda"

A Milano, lo striscione con questa scritta è stato affisso sul ponte Alda Merini, sul Naviglio Grande, mentre le acque si tingevano di verde e una casa di cartapesta è stata messa ad “affondare” tra le acque del canale. L’ultima azione nel capoluogo lombardo risale allo scorso 15 novembre, quando gli attivisti di Ultima Generazione hanno imbrattano, tra le proteste dei passanti, l’Arco della Pace in piazza Sempione.

La protesta fa riferimento al fallimento annunciato dell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28) che si sta svolgendo negli Emirati Arabi Uniti, dove i delegati dei paesi produttori di petrolio stanno spingendo per impedire l’eliminazione dei combustibili fossili – responsabili del riscaldamento globale – in un tentativo che persino un delegato dell’Unione europea ha definito “disgustoso”.

Due attivisti sul ponte Alda Merini, sul Naviglio Grande a Milano
Due attivisti sul ponte Alda Merini, sul Naviglio Grande a Milano

Il blitz in cinque città

Dappertutto le acque si sono tinte di verde. Come a Milano, anche a Torino una casa è “affondata” nel fiume Po, mentre a Venezia alcune persone si sono appese con imbraghi al ponte di Rialto, sopra il Canal Grande. A Bologna alcuni canotti sono stati lasciati sulle sponde nel famoso canale del Reno centro città, noto come "la piccola Venezia". A Roma, mentre le acque del Tevere si tingevano di verde, sull’isola Tiberina è stato posto un grande striscione con la scritta: “Mentre il governo parla, il mondo collassa! Agire ora!”.

Le ragioni della protesta

Sui social media, il gruppo Extinction Rebellion ha scritto che “oggi il Naviglio Grande si è tinto di verde. Nello stesso momento, alla Cop più fossile di sempre, la politica fa affari sporchi e, intanto il pianeta intero affonda. Affondano le case, come in Emilia, e le isole intere, come a Tuvalu. Questi eventi, troppo spesso mistificati come ‘maltempo’, sono gli effetti del collasso eco-climatico in atto. Per questo oggi le acque del Naviglio Grande, splendenti di verde, hanno travolto una casa simbolica”.

Il naviglio colorato di verde e la casa che affonda
Il naviglio colorato di verde e la casa che affonda

Il gesto metto in atto sabato vuole essere – si legge – “un ricordo per queste prime vittime della crisi climatica e allo stesso tempo un avvertimento per chi ancora pensa di esserne immune, di poter scappare, di potersi in qualche modo salvare. Ma soprattutto per la politica, che continua a stringere accordi per acquistare e bruciare combustibili fossili condannandoci all’estinzione un euro alla volta, sempre per fare i loro comodi e non guardando in faccia a nessuno. Noi non ci stiamo: abbiamo già avuto sufficiente prova degli effetti della catastrofe climatica, e lo scenario che questi governi, questo in particolare, preparano è dieci, cento volte peggiore”.

“In tutto ciò – concludono gli attivisti – viene continuamente negata una crisi a livello mondiale, quando il problema è reale, ha fondamenta scientifiche e non si può ‘giocare a fare l’indiano’. Siamo stanchi di tutto questo! Scegli anche tu di non stare in silenzio davanti a questi crimini e chiedi con noi a gran voce che la rotta cambi ora, come tutti gli scienziati del mondo chiedono da tempo: che la marea nera del petrolio e del gas si fermi prima di travolgerci”.

Il fallimento annunciato della Cop28

Qualche giorno fa, nella Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Dubai, hanno fatto scalpore le parole dello stesso presidente della Cop, Soultan Al Jaber, amministratore delegato dell'azienda petrolifera di stato, l'Abu Dabi National Oil Company. In una dichiarazione sconcertante che ha fatto il giro del mondo, Al Jaber ha detto che non ci sarebbe alcuna evidenza scientifica che l'uscita dal fossile sia necessaria per mantenere le temperature globali al di sotto degli 1,5 gradi Celsius. “Tale scelta ci farebbe tornare all'età della pietra” ha aggiunto.

Queste affermazioni sono in aperto contrasto con tutte le evidenze scientifiche e con i risultati dei numerosi rapporti prodotti dall'Ipcc (il gruppo di studio sul clima delle Nazioni Unite). Gli stessi argomenti sono stati utilizzati da molti esponenti del governo italiano e dalla presidente Giorgia Meloni, che nel suo discorso a Dubai di qualche giorno fa ha ribadito la necessità di “una transizione ecologica non ideologica”.

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