C’è l’ex brigatista Alberto Franceschini tra la dozzina di manifestanti identificati domenica pomeriggio dalla Digos a Milano mentre commemoravano Alexei Navalny – il dissidente russo nemico di Putin morto in circostanze misteriose in un carcere in Siberia – nei giardini dedicati ad Anna Politkovskaya.
Franceschini, 77 anni, è stato uno dei fondatori delle Brigate Rosse insieme a Renato Curcio e Mara Cagol. Originario di Reggio Emilia, si era avvicinato all'attività politica prendendo la tessera della Fgci nel 1962. Nel 69 uscì dal partito dando vita ad un collettivo ''operai-studenti'', militando poi all'interno della ''sinistra proletaria'' a Milano e diventando amico di Renato Curcio. Fu considerato uno dei ''colonnelli'' delle Br e condusse il primo clamoroso sequestro, quello del giudice Mario Sossi. Si dissociò dalla lotta armata il 21 febbraio '87 con una dichiarazione sottoscritta nel carcere romano di Rebibbia.
Franceschini ha scontato il suo debito con la giustizia uscendo dal carcere nel 1992 dopo 18 anni di reclusione. Sulla sua storia e su quella delle Br ha scritto un libro ''Mara, Renato e io''.