Aereo caduto a San Donato, il pilota: sto deviando e chiedo rientro

Sotto esame la manutenzione del Pilatus pc-12. La ricostruzione dei drammatici minuti prima dello schianto

Aereo precipitato a San Donato

Aereo precipitato a San Donato

San Donato (Milano) - Iniziano ad emergere nuovi particolari sul tragico incidente aereo costato la vita a otto persone, il pilota e sette passeggeri, morti ieri nello schianto del Pilatus-Pc12 contro una palazzina in ristrutturazione in via Marignano, a Milano, al confine con San Donato Milanese. Secondo quanto si apprende, circa tre minuti dopo il decollo, avvenuto alle 13.04 da Linate, l'aereo, che avrebbe dovuto raggiungere una quota standard di 5mila piedi, quando è arrivato a circa 3.500-4.000 piedi, ha continuato in modo anomalo a virare verso destra, come emerso dai tracciati del Centro di controllo radar di Linate, che si occupa del traffico nei cieli del nord-ovest Italia. Gli uomini della sala radar dopo essersi accorti della manovra non preventivata hanno ricevuto una comunicazione dal pilota, Dan Petrescu, 68 anni, che avrebbe pronunciato la frase: "little deviation (piccola deviazione, ndr)", ma senza indicare il motivo o allarmi specifici. Poco dopo il miliardario romeno e proprierario del velivolo avrebbe chiesto un "vettore", ossia uno spazio per rientrare verso l'aeroporto. Dopo meno di un minuto la traccia è sparita dal radar perché l'aereo ha iniziato a scendere in picchiata.  

L'ultima richiesta del pilota: spazio e coordinate per rientrare a Linate

Sei minuti, tanto sarebbe durato il volo dell'aereo, decollato da Linate alle 13.04. Il velivolo, un Pilatus Pc-12 ha sorvolato Segrate e l'Idroscalo, seguendo la rotta corretta prevista dal piano di volo, ma poi, invece di proseguire verso Sud, ha effettuato un cambio di rotta non previsto. Poco dopo è iniziata la caduta verticale dell'aereo, precipitato in pochi secondi. Secondo quanto spiegano gli esperti, quando partono da Linate gli aerei procedono tutti verso nord e poi, se devono andare a sud (il Pilatus era diretto verso Olbia), virano inizialmente a destra per un tratto e poi vanno verso sud in una direzione che passa sopra Piacenza. In questo caso invece l'aereo ha continuato a girare verso destra senza andare a sud. La sala radar, accortasi della anomalia,  ha contattato immediatamente il Pilatus. Il pilota Dan Petrescu ha risposto spiegando che stava effettuando una "deviazione" e successivamente ha chiesto quello che in gergo tecnico si chiama un "vettore", ossia spazio e coordinate per rientrare all'aeroporto. "Vettore" che dalla sala radar è stato subito indicato. Il pilota, però, non ha riferito quale fosse il problema e dunque dall'aereo non è arrivata una segnalazione specifica di allarme. E non sono arrivate più comunicazioni dopo la richiesta del "vettore", ma nella sala controllo si è capito subito che il Pilatus aveva chiesto il rientro, perché c'era un'emergenza (come un problema di maltempo o un'avaria al motore). Tanto che dalla stessa sala è partito il blocco momentaneo del traffico su Linate come previsto in questi casi. Dopo meno di un minuto dalle ultime comunicazioni (tra i 30 e i 60 secondi), il volo è sparito dalla traccia radar, come accade quando un aereo inizia improvvisamente a precipitare.  

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Aperte due inchieste, nuovo sopralluogo dei pm

Sono due le inchieste aperte sull'incidente aereo: l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, ha aperto un'inchiesta di sicurezza e disposto l'invio di un investigatore sul luogo dell'incidente.Mentre la procura di Milano indaga per disastro aereo. Sono stati acquisiti i filmati delle telecamere di sorveglianza del parking Atm vicino alla fermata della metropolitana, così come alcuni video realizzati da passanti e vicini al parcheggio su cui è avvenuto l'impatto. Immediatamente recuperata e sequestrata anche la scatola nera trovata a una decina di metri dalla voragine dell'edificio che ha preso fuoco. Gli inquirenti hanno inoltre sequestrato le conversazioni radio con la torre di controllo di Linate. Da alcune testimonianze, così come dalle immagini sarebbe piuttosto chiaro il guasto al motore che era già in fiamme prima dell'impatto, ma bisognerà attendere l'analisi della scatola nera -  così come la visione completa di tutto il materiale video - per comprendere pienamente quanto accaduto in volo. Stamani vertice in procura tra i pm titolari delle indagini e nuovo sopralluogo dei magistrati sul luogo del disastro.

Sotto esame la manutenzione del Pilatus Pc-12

Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi sulle cause del disastro aereo. I pm Paolo Filippini e Mauro Clerici che, con l'aggiunto Tiziana Siciliano, coordinano l'inchiesta per disastro colposo, hanno individuato un lungo elenco di documenti da raccogliere: dai registri di volo al piano di manutenzione annuale dell'aereo costruito in Svizzera e con motore canadese fino alle registrazioni delle comunicazioni con la sala radar. Alle indagini collaborerà anche l'Ansv, l'Agenzia Sicurezza Volo che parteciperà,tra l'altro, all'analisi della scatola nera per la quale è necessario uno specifico software di decriptazione dei dati. Da quanto è stato riferito il Pilatus Pc-12, di proprietà e pilotato dal magnate romeno Dan Petrescu, sarebbe arrivato a Linate lo scorso 30 settembre e durante la sosta nell'aeroporto milanese - la parte riservata ai voli privati - non è stato sottoposto ad alcun intervento manutentivo né avrebbe fatto rifornimento di carburante. 

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Otto vittime, due famiglie distrutte

A rendere più drammatico e complesso il riconoscimento delle 8 vittime che si trovavano a bordo del velivolo, un Pilatus Pc-12, è stata la violenza dell'impatto con l'edificio che ha scaraventato i corpi a diverse centinaia di metri e l'assenza di un registro dei passeggeri, non previsto per i voli nazionali. Oltre al pilota e proprietario dell'aereo, il miliardario romeno Dan Petrescu di 68 anni, le altre sette vittime sono: il figlio trentenne, Dan Stefan Petrescu, indicato inizialmente alla guida dell'aereo, e la moglie Regina Dorotea Petrescu Balzat, di 65 anni, nata in Romania con cittadinanza francese. Sul volo si trovavano anche due italiani: Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano e il figlioletto Raphael, di appena un anno. Con loro la moglie d di Nascimbene e mamma di Raphael e Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, e la madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese. L'ottava vittima è Julien Brossard, 36 anni, amico canadese di Dan Stefan Petrescu. Due i nuclei familiari distrutti nello schianto, quello del magnate e quello di Nascimbene. A legarli era probabilmente l’amicizia tra Dan Stefan, ricercatore in Canada, e Filippo. Assieme avrebbero dovuto festeggiare il battesimo del piccolo Raphael, nato a Milano il 16 gennaio dello scorso anno.

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Il testimone: "Motore in fiamme prima dello schianto"

Drammatiche le testimonianze di chi si trovava vicino al luogo dello schianto. In tanti raccontano di aver sentito un fischio fortissimo, subito dopo lo schianto. Un testimone ha raccontato di aver "sentito un rumore strano, come un motore che andava in avaria". "Almeno questo sembrava" dice Dario, 51 anni, che abita in uno dei condomini adiacenti al luogo in cui è precipitato l'aereo e che racconta di aver sentito distintamente il velivolo passare sopra il suo palazzo. "C'era un fischio fortissimo, subito dopo lo schianto, il boato". "L'aereo è passato sopra casa mia, in via Fermi. Dicono che non è chiara la traiettoria, ma sono certo che arrivava da sud est". Secondo altri testimoni l'aereo era già in fiamme prima di precipitare. Angelo Suma, 40 anni, aspettando l'autobus quando è avvenuto l'impatto. "Ho visto l'aereo in volo - racconta - aveva perso il controllo, c'era una scia e le fiamme sotto il velivolo".

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