"Pilatus" a turboelica, un gioiello da 4 milioni di euro

Il modello del velivolo caduto ieri a San Donato Milanese poco dopo il decollo da Linate, è un turboelica per il trasporto di passeggeri prodotto dall’azienda svizzera

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ll Pilatus PC12 Aircraft, il modello del velivolo caduto ieri a San Donato Milanese poco dopo il decollo da Linate, è un turboelica per il trasporto di passeggeri prodotto dall’azienda svizzera. Ci sono la versione per il trasporto merci e quella per uso militare per compiti che vanno dal pattugliamento marittimo, a quelli di ricognitore e piattaforma di comando e controllo nelle missioni di Guerra elettronica, mediante l’installazione di radar, apparati elettronici e sistemi all’infrarosso. A seconda delle versioni il prezzo va dai 4,3 ai 5,4 milioni di dollari.

Il costo per il noleggio varia a seconda della compagnia, ma si aggira intorno ai 2.000 dollari l’ora. La versione con due piloti a bordo può portare un totale di dieci persone, che scendono a 6 passeggeri nella versione executive, la più accessoriata. La velocità operativa è intorno ai 500 chilometri orari e il raggio di autonomia è di poco inferiore ai 3.000 chilometri.

Ieri il velivolo, con codice identificazione YR-PDV, ha percorso 19 chilometri dal decollo alle 13.04 dall’aeroporto di Linate prima di schiantarsi alle 13.07 contro la palazzina in costruzione. Stando ai tracciati del sito Flight Radar24 il velivolo, con 8 persone a bordo, è precipitato con una velocità al suolo di 270 chilometri orari dopo aver raggiunto un minuto prima la velocità di punta di 353 chilometri orari. L’ultimo volo risale alla mattina dello scorso 30 settembre, quando l’aereo aveva percorso la tratta Bucarest-Milano Linate in 3 ore e 19 minuti.

L’ultima tragedia legata allo schianto di un aereo in Lombardia, prima di ieri, risale al giugno scorso, quando un idrovolante SeaMax M22 cadde, sempre nel pomeriggio di una domenica, dal cielo sopra Vigevano. Persero la vita Gustavo Saurin, 72 anni, argentino trapiantato in Italia da quarant’anni, pensionato e pilota espertissim e Generoso Vitagliano, il 24enne vigevanese che gli era seduto accanto. Molto meglio andò fortunatamente un pomeriggio di settembre di un anno fa, quando un piccolo aeromobile decollato da una pista ricavata tra i campi a Cornegliano, nel lodigiano, precipitò quasi subito. A guidarlo c’era G.B., 56enne pilota con esperienza, che difatti riuscì ad atterrare sopra le balle di fieno che alcuni contadini stavano creando in un campo, evitando di andare a schiantarsi nel vicino cimitero. B.venne poi portato in elisoccorso all’ospedale di Cremona. Si salvò per miracolo. Non così andò, nel giugno di due anni fa, a Urgnano, nella bergamasca, dove si schiantò in un campo prendendo fuoco. Nulla da fare per il pilota, Gianmario Delcarro, 60 anni. L’incidente avvenne nei pressi di una cascina, mentre il mezzo stava volando sopra una coltivazione di mais. Improvvisamente Delcarro perse il controllo tentando inutilmente un atterraggio di emergenza.

Altra tragedia nell’aprile del 2017. Un ultraleggero P92 Tec- nam decollato dall’aviosuperficie Jfk di Dovera, nel Cremonese, cadde all’interno di una cascina. Aveva due persone a bordo e per loro non ci fu scampo. Persero la vita Rodolfo Frigerio, 27 anni, milanese, istruttore di volo, figlio del fondatore della scuola, e Nicola Beretta, 17enne lecchese fresco di brevetto di volo conseguito due mesi prima, studente di un istituto tecnico aeronautico.

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