
Irrigazione in Val Padana
Mantova, 3 settembre 2025 – La falda acquifera della Pianura Padana non è minacciata dall’irrigazione, anzi l’acqua del sottosuolo scarseggia proprio nelle zone dove i campi non vengono irrigati. Sono le conclusioni contenute in uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche.
Gli esperti del Cnr e dell’Istituto per la protezione idrogeologica (Irpi) hanno collaborato con l’università di Milano Bicocca e l’università di Berkeley, in California. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Nature Water, ha preso in esame zone della Pianura Padana utilizzate a scopo agricolo, compreso l’intero territorio della provincia di Mantova, analizzando lo stato delle falde sulla base di dati satellitari. E incrociando poi le rilevazioni sul terreno provenienti da tutte le regioni del Nord Italia.
Lo studio “ha inaspettatamente rivelato che aree soggette a irrigazione intensiva mostrano falde acquifere più stabili, anche in presenza di siccità estive ripetute – affermano gli esperti del Cnr –. L’irrigazione agricola intensiva può contribuire in modo significativo alla resilienza delle falde acquifere nella Pianura Padana, anche in presenza di siccità estive intensificate dai cambiamenti climatici”. “Facciamo attenzione però – avverte uno di loro, Christian Massari, ricercatore presso l’Irpi del Cnr – l’acqua di superficie che torna nella falda non è del tutto pulita, può contenere vari inquinanti. E arriva da altre fonti. Quindi la falda magari se ne avvantaggia ma se ne svantaggia un fiume”.

I dati satellitari alla base della ricerca sono stati acquisiti tra il 2002 e il 2022 nell’ambito della missione Grace della Nasa, che studiava i cambiamenti climatici attraverso la misurazione del movimento delle masse d’acqua.
Il team di ricerca del Cnr ha ricostruito l’evoluzione delle risorse idriche sotterranee rivelando che – nonostante un generale calo dei livelli delle falde – le aree soggette a irrigazione intensiva mostrano una maggiore stabilità grazie alla ricarica indotta dall’infiltrazione dell’acqua irrigua in eccesso.
“Il lavoro – concludono al Cnr – sottolinea l’urgenza di valutare la sostenibilità futura delle pratiche irrigue in un contesto di risorse idriche sempre più limitate, ma anche il potenziale ruolo positivo di alcune pratiche agricole sulla disponibilità idrica locale”. “Un altro mito da sfatare – ha commentato Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, uno dei territori a più alta vocazione agricola della Lombardia –. Il Cnr dimostra che l’irrigazione intensiva, che ha comunque un’importanza elevatissima perché è finalizzata alla produzione di cibo per tutti, contribuisce anche alla stabilità delle falde acquifere”.