TOMMASO PAPA
Economia

Mantova, il sogno dell’idrogeno alla prova dei tempi e dei prezzi: ombre sul maxi progetto pubblico-privato

Il costo delle fonti tradizionali scende, rendendo meno competitiva la svolta green. Tempi stretti, spese in salita e non arrivano soci. Serve un decreto

HyMantovaValley

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Mantova – Il prezzo dell’idrogeno sale e diventa meno competitivo rispetto alle fonti d’energia tradizionali. Di conseguenza anche chi sta investendo sulla svolta green deve rifare i conti.

È il caso dell’Hydrogen Valley mantovana, imponente progetto pubblico-privato che ha mosso i primi passi puntando sull’area di Valdaro e sulla realizzazione di trasporti intemodali su acqua, gomma e ferro. La Provincia di Mantova, con 16 partner, e Sapio, realtà italiana di prima grandezza nel settore dei gas, con uno stabilimento alle porte del capoluogo virgiliano, per quella prospettiva hanno potuto contare su finanziamenti per 30 milioni di euro (rispettivamente 9 e 20) dal Pnrr. Ma l’arrivo di nuovi investitori privati tarda.

Così, le preoccupazioni sull’HyMantoVavalley crescono: una riguarda i tempi, perché il Pnrr impone che gli impianti vengano realizzati entro la metà dell’anno prossimo. L’altra incognita è sui costi dell’investimento e il prezzo al quale dovrebbe essere venduto l’idrogeno verde made in Mantova. Il primo ostacolo potrebbe essere superato con una proroga dei termini che le autorità italiane dovrebbero chiedere a quelle europee. L’altro rivalutando le infrastrutture. Ad esempio, la mancanza dell’alta tensione a Valdaro. È vero che l’elettrolizzatore che Sapio userà per produrre idrogeno sarà alimentato da un parco fotovoltaico, ma l’energia solare non basterà: produce meno di quella tradizionale e non è costante (un campo fotovoltaico a luglio rende dieci volte di più che a gennaio). L’alta tensione riempirebbe i vuoti ma costa.

Un’ombra ulteriore è data dal ritardo negli incentivi promessi dal governo per il gas verde: un decreto sarebbe già in bozza ma senza l’approvazione concreta il mercato è fermo, a cominciare da potenziali acquirenti di idrogeno che sperano di spuntare prezzi più favorevoli. Tra tutti questi inciampi, che però non hanno fatto cadere l’impianto generale del progetto, c’è qualche luce: mentre Provincia e privati prendono le misure al piano A, progetti più piccoli di natura pubblica vanno avanti, senza trovare ostacoli.

Tornando ai privati, Sapio coltiva la prospettiva di utilizzare il futuro impianto fotovoltaico di Renhive da 14mila megawatt per produrre nel suo stabilimento 1.500 tonnellate di idrogeno verde; ma per il momento ha fermato la realizzazione di una stazione di servizio e una pipeline collegata al porto di Valdaro per rifornire chiatte, treni e bus. Se non di marcia indietro, di ritocchi ai piani però si è parlato anche recentemente in incontri fra i partner di Palazzo di Bagno: tra le voci per ridurre i costi (e quindi anche il prezzo finale del gas) c’era una tranche che riguardava i trasporti. L’Apam, l’azienda trasporti pubblici mantovana, ha confermato il proprio interesse per l’alimentazione a idrogeno, che ovviamente richiede veicoli particolari ma per ora ha rinunciato a comprare quelli ordinati (cinque) per acquistare bus elettrici. E questo come diretta conseguenza del congelamento della stazione di rifornimento di Sapio.