
Le verifiche dei vigili del fuoco durante l’emergenza delle scorse settimane a San Colombano al Lambro
La città si è svegliata, ieri mattina, immersa in un odore acre e persistente, che molti residenti hanno paragonato a quello di petrolio o gasolio. Il fenomeno è stato segnalato inizialmente nelle zone di Campo di Marte e del Revellino, dove già dalle prime ore del mattino si avvertiva un’aria pesante e pungente. Col passare delle ore il disagio si è diffuso anche al centro cittadino: intorno alle 10.30, in zona Porta Cremona, numerosi cittadini hanno riferito di respirare un’aria difficile da sopportare. "Sembra di vivere accanto a un serbatoio di carburante", raccontano i lodigiani, preoccupati per la frequenza con cui episodi simili stanno interessando il territorio.
Negli ultimi tre mesi, con ultimo episodio il 4 settembre, infatti, situazioni analoghe erano già state registrate a San Colombano al Lambro e nel Basso Lodigiano, tra Casalpusterlengo, Codogno e Ospedaletto. Ma non è mai stata trovata l’origine del problema. Non risultano al momento malori gravi, ma l’intensità dei miasmi ha spinto molti a cercare riparo in spazi chiusi.
Dal Comune di Lodi è arrivata la conferma dell’attivazione dei canali di monitoraggio, pur in assenza di segnalazioni dirette da parte dei cittadini. Le autorità competenti hanno invitato la popolazione a segnalare eventuali nuovi episodi e, per precauzione, a limitare l’esposizione all’aria aperta nelle zone più interessate. Arpa e vigili del fuoco hanno riferito di non essere stati contattati. "Al Comune – ha spiegato la vicesindaco Laura Tagliaferri – non sono arrivate segnalazioni. Se gli enti preposti dovessero intervenire, avvisandoci, ci attiveremo per monitorare la situazione. Ma il nostro ente non ha strumenti utili in questo senso".