Piccole calciatrici crescono. A Lodi, la città che ha dato i natali alle sorelle Boccalini, ormai famose per aver formato la prima squadra in gonnella riconosciuta dal Coni nel 1933 e aver dato così il calcio d'inizio alla storia del football femminile italiano, si è deciso di creare un vivaio. Affinché le ragazzine al debutto in quello che è lo sport nazionale possano giocare in squadre tutte al femminile, allenatrice compresa, anziché scendere in campo coi maschietti e poi essere escluse non appena diventano più grandi e il regolamento lo vieta, per questioni di sicurezza: l’alternativa è spesso lasciare il gioco o cimentarsi in lunghe trasferte, anche solo per gli allenamenti, in centri più grandi dove alcune squadre femminili sopravvivono. Ecco dunque, la sfida lanciata del San Bernardo calcio: a settembre ci sono alcune chiamate sui campi di calcio della città per dare nuova linfa al vivaio e far germogliare più di una squadra: se son rose, fioriranno.
Squadra femminile? Si raddoppia
"Vogliamo raccontare la storia di una squadra fantastica al femminile, composta da ragazze tra gli 8 e gli 11 anni, che nella passata stagione ha militato in un campionato maschile del Lodigiano e ha disputato tante amichevoli e tornei di alto livello nel campo del calcio femminile, disputando partite con formazioni professionistiche quali Milan, Genoa, Inter e Albinoleffe, comunque delle squadre abbastanza importanti che hanno un vivaio tutto al femminile – spiega Beatrice Granata, che insieme a Francesca Manfredi, è una ex calciatrice e ora una un’allenatrice dell’Asd San Bernardo Calcio di Lodi, supportate dallo staff composto da Mattia Pillon e da Andrea Milano, direttore sportivo -. Per dare continuità a settembre raddoppieremo, da una squadra faremo due formazioni, e avvieremo la stagione con due squadre, ampliando ancora la rosa. Pur restando una realtà di oratorio la visione è ampia, con valori sani dello sport. L’obiettivo è dunque dare continuità e consentire una crescita, creando un piccolo vivaio, sebbene non sia facile”.
Atalanta a Lodi a settembre
Da settembre, dunque, due squadre, una di pulcine e una di esordienti, e alcuni ‘open day’ in campo per dare la possibilità alle ragazze di giocare a calcio. Ma lo sguardo, appunto, è sempre puntato molto in avanti: le giovani calciatrici del ‘Sambe’ (con la M) il 14 settembre ospiteranno l’Atalanta. “Dopo aver chiuso la scorsa stagione con l'amichevole contro l'Inter a San Bernardo, il 14 di settembre ospiteremo le esordienti dell'Atalanta: ripartiremo proprio alla grande” – rimarca la coach Granata che, forte della sua esperienza, che l’ha portata a giocare fino in serie C al prezzo però di molti sacrifici punta molto sull’aprire gli orizzonti a queste calciatrici in erba.
Calciatrici: campo da calcio ad ostacoli
"L'ostacolo per le ragazze – spiega – di solito non è iniziare ad allenarsi e giocare quando sono piccole, ma poter appunto poi avere la squadra per andare avanti. Io ho dovuto viaggiare per giocare. Oggi penso che Lodi possa invece maturare anche nel lungo periodo una squadra, salendo costantemente di categoria fino a raggiungere magari una prima squadra. Cerchiamo di lavorare di anno in anno e già il miglioramento si vede: quest’anno da una squadra arriveremo a farne due. Molto dipende anche da quanto le società credono nel movimento al femminile e San Bernardo sicuramente ci crede, ci dà qualità e tanto spazio, cogliendo le possibilità di collaborazione magari con delle squadre di categoria superiore che hanno anche la prima squadra, come per esempio la Doverese (provincia di Cremona, ndr) che è molto vicino a Lodi". Lo scorso 8 marzo 2024, inoltre, ad esempio, il Sambe ha ospitato la seconda edizione del Torneo Boccalini – Gfc, competizione studentesca promossa da Se non ora quando – Snoq Lodi, con Toponomastica femminile, Rete scolastica Non sei da sola e il patrocinio del Comune in omaggio alle 4 sorelle lodigiane che fecero la storia del calcio, quello femminile: una di loro era coach, altre tre giocarono.
Squadra femminile: vince l’entusiasmo
"Abbiamo preso ragazzine in città o comunque dell'interland di Lodi, arrivando a 16 giovani atlete, poi anche a 18 - spiega l’allenatrice -: partecipare in una formazione totalmente al femminile fa la differenza e la si nota sia sul campo che nello spirito di squadra. Un esempio? Abbiamo recuperato due ragazzine che giocavano assieme ai maschietti: quando hanno provato l'esperienza con una squadra femminile non sono più tornate indietro, anzi, il loro entusiasmo e la loro tecnica, sono aumentati. Si sentono più libere e tranquille. Ho allenato anche i maschietti a San Martino e a Montanaso e c'è una netta differenza. Le ragazzine hanno un entusiasmo smisurato ma anche un buon grado di comprensione non privo di spirito critico, che non fa mai male; cioè, si costruisce l'allenamento anche insieme a loro, in base alle domande che sorgono”. Non c’è accettazione passiva di ciò che decide il mister e anche per chi allena ciò fa la differenza: “Il coinvolgimento è maggiore. Quando allenavo i ragazzi ho trovato anche un po’ di diffidenza , essendo donna, finché non li ho ‘messi in riga’. Stessa diffidenza con le famiglie all’inizio ma non totale e non da tutti. Una differenza che noto è che le famiglie della squadra femminile di quest’anno hanno aiutato, creato un gruppo; le tribune sono veramente serene, non ci sono screzi. Un punto di partenza importante che si riflette sulla squadra”.
Calciatrici: sognando Sara Gama, Regina Baresi e Ronaldo
Ma quali sono i modelli delle calciatrici in erba di oggi? "Sicuramente hanno dei modelli di riferimento, come Sara Gama o Regina Baresi, che ha la mia stessa età, ma anche altri modelli che purtroppo sono della serie A maschile, del calciatore che vedono in televisione, come Ronaldo, anche perché il calcio femminile non viene ancora diffuso molto. Bisogna informarsi, cercare dei canali specifici. Io però ho portate le ragazze ad assistere ad una partita dell'Inter femminile di Serie A a Milano così hanno potuto vedere dal vivo e conoscere le calciatrici della squadra. È importante per loro avere esempi femminili da seguire. Il nostro compito di allenatrici è proprio quello di regalare gioia e speranza, facendo vivere l’attività sportiva in un ambiente sereno e di crescita, sia calcistica che personale. Ma quali istruttrici puntiamo molto sull’essere d’esempio. Mettendo al comando delle squadre di calcio femminili delle donne che hanno giocato o giocano, è percepibile la profonda stima delle nuove calciatrici nei confronti delle formatrici, necessaria a creare una forza reciproca davvero unica.”
Beatrice Granata, io calciatrice ‘per caso’
“io ho iniziato un po' per caso, con i miei cugini: mi facevano giocare con loro – spiega Granata, di professione architetta -. Poi è stata mia madre a portarmi a fare una prova all'oratorio di San Fereolo, che all'epoca aveva una squadra femminile. I pregiudizi c’erano, ieri e anche un po’ oggi. Ho Iniziato la mia carriera all’età di dieci anni, proprio come le ragazze che alleno, e vederle crescere in una realtà come il San Bernardo è rincuorante. Crescendo, per poter giocare, io ho dovuto trovare una squadra nel raggio di 40-50 chilometri. Ho fatto calcio in formazioni come la Riozzese che aveva un ottimo servizio di pulmino di accompagnamento. In seguito ho militato nei campionati di serie C, ottenendo spesso promozioni con ripartenza dalla D, in particolare nella Riozzese e nel Fanfulla, per finire la carriera poi al Crema dove c’era molta professionalità ed un centro sportivo d’eccellenza”. Ma era necessario spostarsi da Lodi, un impegno non per tutte. Da qui la volontà di fare crescere un vivaio a Lodi. “Attualmente a Lodi l'Azzurra ha una squadra, il Fanfulla ha dichiarato di voler creare una formazione femminile; poi ci siamo noi con 2 squadre. Questa è la netta differenza rispetto a vent'anni fa: oggi siamo quasi tre squadre nello Lodigiano. Se crescono i numeri aumenta anche la qualità. Oggi le ragazze sanno che c'è una strada solo femminile e sono ancora più cariche”.
Calciatrici cercasi: gli open day a Lodi
“Per l’anno calcistico che avrà inizio a settembre, spiega la coach - iscriveremo due squadre, una nel campionato pulcine e una nelle esordienti, andando così ad implementare il movimento in rosa all’oratorio San Bernardo di Lodi. Le ragazze avranno modo di giocare con delle pari età, 8-9-10 anni le piccole e 11-12-13 anni le più grandi del vivaio. Le prime settimane di settembre apriamo le porte dell’oratorio affinché le ragazze che lo vogliono possano provare a partecipare agli allenamenti ed eventualmente iscrivere nuove ragazze, ampliando dunque la rosa. Le date ufficializzate anche sulle pagine Facebook e Instagram della società sono 31/08 alle ore 10:30 presso il campo sportivo dell’oratorio del quartiere San Bernardo di Lodi , martedì 03/09 alle ore 18:30 presso il campo sportivo Revellino in via del Contarico e giovedì 05/09 alle ore 18:30 presso il campo sportivo dell’oratorio San Bernardo di Lodi”. Chi vuole provare, non ha che da scendere in campo.