
"Chi sciopera non si diverte. Scioperare significa rinunciare a parte del proprio salario, esporsi in prima persona, assumersi un...
"Chi sciopera non si diverte. Scioperare significa rinunciare a parte del proprio salario, esporsi in prima persona, assumersi un rischio": non usano mezze misure i sindacati del territorio, Cgil Ticino Olona Cisl Milano Metropoli e Coordinamento Territoriale Uil Legnano-Magenta-Abbiategrasso, per rispondere alle parole usate dal presidente di Confindustria Alto Milanese, Maurizio Carminati, in occasione dell’assemblea annuale dello scorso 3 luglio. In una nota veicolata dal segretario Cgil, Mario Principe, i sindacati tornano su alcuni passaggi a loro modo di vedere stridenti con la realtà: "Del suo intervento, ci hanno colpito due cose, la prima è che non ha mai citato i lavoratori se non per le questioni legate alla formazione; la seconda il passaggio decisamente inopportuno, in cui i sindacati vengono definiti in maniera riduttiva “quelli che fanno gli scioperi il venerdì”". Il passaggio ha acceso la miccia: "Molti dati confermano il fatto che là dove il sindacato non c’è, la produttività dell’impresa è più scarsa – è la risposta dei sindacati –. Chi sciopera non si diverte. E si sciopera, spesso, perché le parti datoriali non si rendono disponibili a rinnovare contratti nazionali scaduti da anni, in un momento storico in cui l’emergenza salariale è sotto gli occhi di tutti... Quanto ai venerdì di sciopero, ricordiamo che nei trasporti, commercio e negli ospedali per citarne alcuni, si lavora 7 giorni su 7 e il venerdì quindi è un giorno normale, dopo uno sciopero come conseguenza, il sabato e domenica successivi si lavora di più, altro che weekend lungo. Ci preme ricordare che noi siamo gli stessi che in questi anni hanno ricercato costantemente convergenze su temi che dovrebbero essere di interesse comune, come la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche per questo, le parole del presidente ci paiono fuori luogo, tanto nei contenuti quanto nel momento in cui sono state pronunciate".
Paolo Girotti