CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Delitto Ravasio, Fabio Oliva in lacrime in aula: “Adilma mi parlò del piano per ucciderlo”

Mantide di Parabiago, al processo per omicidio la testimonianza del titolare dell’officina Rusty Garage: “Mi chiamò Ferretti dicendomi che Ravasio era ricoverato. Gli altri avevano solo un’urgenza: fare sparire la Opel Corsa”

Adilma e Ravasio

Adilma e Ravasio

Busto Arsizio (Varese), 16 giugno 2025 – È stata intensa e drammatica la testimonianza resa in tribunale da Fabio Oliva, classe 1984, titolare dell’officina “Rusty Garage”, separato e padre di una figlia nel processo per l’omicidio di Fabio Ravasio, che vede imputata per omicidio Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, compagna brasiliana della vittima, e altri sette coimputati.

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Adilma Pereira Carneiro, per tutti la Mantide di Parabiago, è imputata per l'omicidio di Fabio Ravasio. Il movente ipotizzato? Mettere mano sui suoi soldi

Oliva, visibilmente emozionato è scoppiato in lacrime nel corso dell’udienza, ha raccontato nei dettagli i contatti avuti con Adilma e la sua famiglia nei giorni precedenti e successivi all’incidente in cui perse la vita Fabio Ravasio.

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Secondo quanto riferito, i primi segnali allarmanti sarebbero arrivati all’inizio di agosto 2022: “Adilma si presentò nella mia officina dicendo che non sopportava più Fabio Ravasio e che avrebbe voluto ucciderlo”. A detta di Oliva, la donna gli avrebbe confidato le tensioni familiari, i dissidi con i genitori di Ravasio, e un clima pesante in casa, dove lei e il marito vivevano separati su due piani diversi. L’idea di vendere l’abitazione per trasferirsi in una cascina era in discussione, ma mancavano risorse economiche per concludere l’acquisto.

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Il testimone ha poi raccontato un episodio avvenuto nel pomeriggio del 9 agosto: “Mi chiamò dicendo che aveva bisogno di parlarmi. Quando arrivai, mi chiese di mettere in moto la Opel Corsa con cui, secondo lei, avrebbe voluto compiere l’omicidio”. Oliva inizialmente non diede peso alle parole della donna, pensando a uno sfogo. Tuttavia, si occupò di sistemare il veicolo, rimettendo la batteria e montando un faro che Adilma recuperò dal box.

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Presenti in quell’occasione anche Igor, Marcello Trifone, Lavezzo e, più tardi, Blanco, noto nel gruppo come “il marocchino”. La zona in cui si sarebbe dovuto verificare l’incidente – il Pioppeto – sembrò strana a Oliva, che fece un giro in Vespa fino al cimitero di Casorezzo per curiosità.

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La sera, mentre si trovava a una festa a Cassano Magnago con la compagna, ricevette una chiamata da Ferretti – poi richiamato più tardi – che lo informava del ricovero in codice rosso di Ravasio. Al bar, secondo il racconto, erano presenti Blanco, Igor, Lavezzo, Ariane e Mirko, mentre Ferretti era rimasto all’interno del locale. L’urgenza era una sola: far sparire la Opel Corsa. “Si parlava di smontarla pezzo per pezzo o portarla da un demolitore a Quarto Oggiaro. Io avevo già presentato Adilma a un demolitore della zona”.

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Particolarmente scioccante il dettaglio riferito da Oliva: “C’erano capelli di Ravasio sul parabrezza e Ariane me li mostrò. Mi fece impressione”. Più che sul dramma umano, secondo il testimone, l’attenzione del gruppo era concentrata solo su come far sparire l’auto. Successivamente, Adilma gli avrebbe chiesto un alibi per dimostrare che la macchina non era più in suo possesso, ma lui rispose che risultava ancora intestata a lei.

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Oliva ha poi ammesso di aver avuto una relazione anche personale con Adilma, raccontando di essere stato ospitato da lei a Mentone nel luglio 2022, durante un periodo di separazione. Infine, ha spiegato la sua iniziale reticenza durante gli interrogatori con i carabinieri: “Dissi che non vedevo più la macchina dal 2022”. E sul rapporto tra Adilma e Ravasio ha concluso: “Lei mi diceva che non andavano d’accordo ma a me, quando li vedevo, sembravano una coppia normale.”