Arrestata la banda di Mirko Rosa. Ecco le prime ammissioni: "Abbiamo evaso il fisco"

Respinte invece le accuse di riciclaggio e ricettazione di Davide Gervasi

Mirko Rosa

Mirko Rosa

Legnano (Milano), 25 giugno 2015 - Vicenda “Mirkoro”: continuano senza sosta gli interrogatori di garanzia. Ieri è stata la volta dei cinque indagati finiti agli arresti domiciliari ovvero Elisa Nicastro, Alessandro Giuliani, Giuseppe Zappia, Filippo Perri e Andrea Fisichella, tutti residenti nel Legnanese. Molte le domande a loro rivolte, ma poche le risposte date al giudice. Nessuna rivelazione insomma degna di nota di fronte al gip del Tribunale di Busto Arsizio Giuseppe Limongelli. Stesso copione quindi di quanto era andato in scena già martedì con gli interrogatori ai quattro detenuti (seppur sempre di indagati – e non di colpevoli – si sta ancora parlando) Mirko Rosa, Giacomo De Luca, Luca Rovellini e Mario Ambrosetti.

Di loro, solo De Luca ha rilasciato qualche dichiarazione di interesse giudiziario. Ha infatti ammesso di aver evaso il fisco e di aver portato qualche capitale all’estero, ma ha negato con forza di aver mai commesso i reati di ricettazione e riciclaggio, ribadendo che tutta la sua attività di acquisto e vendita è stata sempre documentabile e trasparente. Lo stesso De Luca si è detto poi anche del tutto estraneo all’incendio di origine dolosa che nella notte tra il 20 e il 21 luglio dello scorso anno distrusse l’Hummer giallo di Rosa, dopo il litigio tra i due che decretò anche la loro spartizione societaria. E oltre agli interrogatori (nella prossima settimana sarà il pm Calcaterra a risentirli tutti), proseguono anche le indagini. Per ora sono 31 gli indagati, di cui appunto quattro in carcere, cinque ai domiciliari e venti a piede libero.

di Davide Gervasi