Evasione fiscale, arrestato Mirko Rosa: una vita al limite tra champagne, cocaina e Ferrari

Un impero di 25 negozi sparsi in mezza Lombardia. Mentre il suo amico Fabrizio Corona tornava in libertà, Mirko Rosa entrava in carcere di Davide Gervasi

Mirko Rosa

Mirko Rosa

Legnano (Milano), 21 giugno 2015 - Feste in discoteche con splendide ragazze e fiumi di champagne. Auto di lusso: Lamborghini, Ferrari e Porsche. Fedelissimi bodyguard che lo proteggevano giorno e notte. Campagne pubblicitarie ad effetto, come quelle sulle ricompense promesse a chi avrebbe contribuito a individuare assassini e stupratori. Il suo logo di colore giallo a fare bella mostra in ogni angolo del Legnanese. Dal 2011 a fine giugno 2014, sono stati gli “anni d’oro” di Mirko Rosa (41 anni, residente a Rescaldina) e del suo impero del metallo prezioso: 25 negozi disseminati in tutta la zona, per un business che appariva inarrestabile. Il giro di affari da capogiro era dell’ordine di 30 milioni di euro all’anno. “Mirko Oro” era diventato il marchio più famoso dell’intera zona, sponsor principale anche dell’edizione 2013 del Palio di Legnano. Frequentava vip dello spettacolo (amicissimo di Fabrizio Corona), e lui stesso era diventato un personaggio celebre, conosciuto come il “bad boy” o “l’uomo-bandana”, anche se poi lui preferiva farsi chiamare, con una certa presunzione, il “re”. Per lui nel 2013 anche un riconoscimento come “buon cittadino”, consegnato dall’ex sindaco di Rescaldina Paolo Magistrali. Con quel suo fare da Tony Montana in Scarface, Mirko Rosa si comportava come un vero e proprio “intoccabile”. Su entrambe le braccia due orologi del valore di 30mila euro ciascuno. Con il blitz scattato ieri mattina e condotto dalla Guardia di Finanza di Legnano, però, su quei due polsi non più il luccichio dell’oro, bensì quello delle manette. 

E questa volta in carcere c’è ritornato da pregiudicato, visto la recente condanna per lesione e maltrattamenti ai danni dell’ex compagna (madre di sua figlia) Nadia De Luca. Fu proprio quella lite furibonda di inizio luglio 2014 a sancire di fatto l’inizio della sua caduta imprenditoriale. Finì infatti in prigione e il suo socio Giacomo De Luca (di Cerro Maggiore, padre di Nadia e anche lui tra gli arrestati di ieri insieme a Luca Rovellini di Parabiago, ex direttore commerciale dei Mirko Oro) diede il via allo smantellamento delle loro società. Alcuni negozi furono chiusi (vedi quello di San Vittore, sul Sempione) e altri rilevati da parenti del Rosa, il quale – dopo l’esperienza in prigione – accettò un percorso di recupero per liberarsi dalla cocaina.

Tutto sembrava finito lì e dopo la scarcerazione delle scorse settimane, l’ex re dell’oro – dimagrato 25 chili, in giacca e cravatta e senza la bandana in testa a nascondere i tatuaggi – aveva dichiarato di voler iniziare una nuova vita. Ma in realtà c’era un indagine in corso, iniziata a giugno dello scorso anno e conclusa ieri con 11 misure di custodia cautelare e 26 capi di accusa tra cui evasione fiscale, associazione a delinquere, ricettazione e riciclaggio. Mirko Rosa è quindi ora tornato in carcere e forse, qualche giorno fa, se lo era anche sentito. Aveva infatti avuto un presentimento ed era stato ricoverato in ospedale in seguito a una fortissima crisi di ansia.

di Davide Gervasi