Legnano (Milano) – La Procura Generale di Milano ha rinunciato al ricorso in Cassazione e così diventa definitiva l’assoluzione in appello per l’ex sindaco di Legnano, Giambattista Fratus. Fratus era stato eletto nell’estate del 2017, meno di due anni dopo – nel maggio del 2019 – era finito agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta Piazza pulita e nel 2020 in primo grado era stato condannato a due anni e due mesi. Poi a gennaio di quest’anno l’assoluzione in appello.
Insieme ad altri due amministratori, l’ex vice sindaco, Maurizio Cozzi, e l’allora assessore alle Opere Pubbliche, Chiara Lazzarini, era accusato di turbativa d’asta, mentre il solo ex primo cittadino Fratus era stato poi accusato di corruzione elettorale per un episodio relativo alle elezioni amministrative del 2017 e che coinvolgeva anche un altro candidato sindaco, Luciano Guidi.
“Abbiamo sempre creduto nell'innocenza di Gianbattista Fratus. Fin dall'inizio, eravamo convinti che le accuse mosse contro di lui non avessero fondamento, e oggi la rinuncia della Procura Generale di Milano al ricorso in Cassazione, dopo l’assoluzione in appello per l’ex sindaco di Legnano, conferma la correttezza della nostra posizione. Tuttavia, nessuno potrà restituire a Fratus i mesi di libertà trascorsi agli arresti domiciliari, né tantomeno riparare il danno che ha subito, sia politico che personale e umano”. Così in una nota congiunta il segretario provinciale della Lega del Ticino, area Ovest milanese, Alessio Zanzottera, e il deputato Fabrizio Cecchetti, referente della Lega Lombarda per Salvini. Che aggiungono: “La città di Legnano, nel frattempo, ha cambiato colore politico proprio a causa di questa vicenda, e nessuno si assumerà la responsabilità di questo cambiamento avvenuto sull'onda di accuse che, come sapevamo, si sono rivelate infondate”.