CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Omicidio Davide Gorla: Emanuele Mirti resta in silenzio anche davanti al Gip. Il presunto killer del commerciante di Busto Arsizio sceglie di non parlare

La legale Roberta Bono ha chiesto di non convalidare il fermo per un vizio di forma. Domani l’autopsia potrà far luce sull’arma del delitto mai trovata

I rilievi, a destra Davide Gorla

I rilievi, a destra Davide Gorla

Busto Arsizio (Varese), 29 giugno 2025 – Mirti sceglie ancora il silenzio: “Indizi incoerenti, servono approfondimenti”. Non ha aperto bocca nemmeno davanti al Giudice per le indagini preliminari. Emanuele Mirti, 50 anni, residente a Castellanza e accusato dell’omicidio del commerciante Davide Gorla, ha scelto di non rispondere alle domande nell’udienza di convalida del fermo che si è svolta ier alle 9.30 in tribunale a Busto Arsizio. Alle 10 era già fuori dall’aula, senza aver detto una parola.  

L'arma usata per uccidere Davide Gorla non è ancora stata trovata
L'arma usata per uccidere Davide Gorla non è ancora stata trovata

La scelta difensiva 

Una scelta difensiva precisa, come ha spiegato l’avvocato Roberta Bono, che assiste Mirti: “Abbiamo deciso di non rilasciare dichiarazioni, come già accaduto nell’interrogatorio davanti al procuratore Carlo Nocerino, perché gli indizi raccolti finora appaiono tra loro non coerenti. Serve tempo per effettuare indagini difensive più approfondite”. E non è escluso che in futuro Mirti possa scegliere di farsi ascoltare: “Valuteremo se chiedere un nuovo interrogatorio davanti al pubblico ministero”. Custodia cautelare contestata: “Errore procedurale nel fermo”. Mirti continua a proclamarsi estraneo ai fatti, come ha fatto fin dal primo momento.   

I rilievi della Scientifica all'esterno del negozio di via Milano
I rilievi della Scientifica all'esterno del negozio di via Milano

"No al carcere”  

L’avvocato Bono ha espresso una ferma opposizione non solo alla convalida del fermo, ma anche alla richiesta di custodia cautelare in carcere: “A mio avviso il provvedimento presenta un vizio procedurale oggettivo. Abbiamo quindi contestato entrambe le richieste”. Ora la parola passa al giudice, che si è riservato la decisione. Nel frattempo, sull’efferato omicidio avvenuto mercoledì 25 giugno all’interno del negozio di Gorla in via Milano, resta ancora molto da chiarire. Intanto sarà eseguita domani l’autopsia sul corpo di Davide Gorla. L’esame autoptico sarà decisivo per chiarire non solo le cause esatte della morte, ma anche per fornire dettagli fondamentali sul tipo di arma usata. Si tratta di un coltello, ma che genere? E soprattutto: l’assassino lo aveva con sé o ha improvvisato con ciò che ha trovato sul posto? Risposte cruciali per delineare il profilo dell’omicidio.   

Approfondisci:

La versione di Mirti . Il rapporto con Gorla e l’arma introvabile. I nodi da sciogliere

La versione di Mirti . Il rapporto con Gorla e l’arma introvabile. I nodi da sciogliere

Il debito e gli affitti 

Gli investigatori, tuttavia, hanno già raccolto numerosi elementi. Il movente, secondo quanto emerge dalle indagini, sarebbe di natura economica: Gorla era il locatore dell’appartamento in viale Lombardia a Castellanza dove viveva Mirti. Il 50enne avrebbe accumulato un debito di circa 10mila euro per canoni d’affitto non pagati. È emersa una ricevuta di bonifico da circa 7mila euro intestata a Gorla, ma risale a giugno 2024: una prova che smentisce l’ipotesi di un recente tentativo di saldo del debito, come inizialmente ipotizzato. Il debito, quindi, era ancora in essere al momento dell’omicidio.  

Approfondisci:

Davide Gorla ucciso nel suo negozio a Busto: "Buono e innamorato del lavoro. Non si può morire così”

Davide Gorla ucciso nel suo negozio a Busto: "Buono e innamorato del lavoro. Non si può morire così”

La conoscenza 

Che i due si conoscessero è certo. Ma il legame tra Gorla e Mirti pare fosse poco più che formale, limitato al rapporto tra locatore e inquilino. Nessuno dei vicini, infatti, ha mai visto i due insieme, né risulta che Gorla frequentasse l’abitazione del 50enne. Mirti continua a proclamarsi innocente, ma le indagini continuano a stringersi attorno a lui. Le telecamere di videosorveglianza lo riprendono mentre cammina per strada nei pressi del negozio. Alcuni testimoni, inoltre, descrivono un uomo simile a lui entrare e uscire dall’esercizio commerciale nell’orario compatibile con il delitto.  

I dubbi della difesa 

La difesa, però, solleva dubbi: le immagini, sostiene il legale di Mirti, vanno contestualizzate e gli indizi, al momento, sarebbero contraddittori. L’autopsia e i rilievi della Scientifica saranno dunque fondamentali per fare chiarezza. Un nodo cruciale resta l’arma del delitto, che non è stata ancora trovata. Potrebbe rappresentare la chiave per comprendere dinamica, premeditazione e modalità dell’omicidio. Intanto, la città resta sotto shock. E attende risposte.