GRAZIANO MASPERI
Cronaca

Abbiategrasso, studente accoltella prof: “Ho sentito le urla, poi è scattato l’allarme. Non era un’esercitazione”

La docente ferita e sanguinante, un coetaneo di 16 anni armato. Scene viste in tv e nei film sui casi di violenza negli Stati Uniti sono diventate realtà alla prima ora di lezione

Un anno ad Abbiategrasso ma una vasta esperienza con i ragazzi. È il ritratto di Elisabetta Condò, 51 anni, l’insegnante di Italiano e Storia dell’Itis Alessandrini che ieri è stata accoltellata da un suo alunno di 16 anni durante la prima ora di lezione.

Ieri mattina all’esterno dell’Itis di via Einaudi, intorno alle nove, quando il ragazzo era stato portato via dei carabinieri e la professoressa portata a sirene spiegate all’ospedale di Legnano (ieri sera a operazione avvenuta, era ancora in prognosi riservata), si respirava un’atmosfera surreale. Fra choc, lacrime, dolore per le condizioni dell’insegnante. E il desiderio, la necessità, da parte dei ragazzi ma anche dei prof di capire, metabolizzare in qualche modo un gesto così folle. Senza senso.

È quel che lascia intendere Maurizio Rugutuso, insegnante di laboratorio di elettrotecnica: "Ci troviamo di fronte ad un evento che ci lascia senza parole. Ho sentito le urla, mentre anche io ero impegnato nella lezione con la mia classe. Abbiamo sentito la campana che ci avverte di un’emergenza, ma che finora avevamo sentiamo solo durante le esercitazioni. Questa volta, purtroppo, era la realtà".

Gli insegnanti hanno portato i ragazzi dalla parte opposta della scuola, come prevedono i protocolli. "Forse, invece di spendere soldi per i tutor scolastici, sarebbe meglio introdurre lo psicologo – aggiunge – magari noi docenti non siamo in possesso delle capacità necessarie per capire le fragilità dei giovani. E il Covid ha peggiorato le cose, ha peggiorato le fragilità di molti giovani".

In città, ieri mattina, non si parlava ovviamente d’altro. Una vicenda di una gravità assoluta, mai accaduta prima d’ora in Italia, ha avuto come scenario la tranquilla Abbiategrasso. Chi ha visto arrivare a scuola – in lacrime e traumatizzati i genitori e la sorella del ragazzo, il padre gestisce una concessionaria d’autonella zona – non dimenticherà facilmente il loro volto impietrito. Quello di chi è stato travolto da una tragedia enorme, inaspettata. Di chi non aveva mai colto fino a quel momento nel figlio segnali di turbamento, o di difficoltà, che lasciassero presagire una reazione del genere. E ora lo vive come una colpa.

Il volto impietrito dal dolore della sua compagna di classe, accompagnata dal padre in caserma per mettere a verbale quanto aveva visto in quei drammatici minuti: "Tutta la prima mezz’ora è sempre rimasto molto silenzioso: non collaborava con noi, non diceva nulla – è il suo racconto –. A un certo momento è arrivata la nostra prof di Italiano, che ci ha aiutato un attimo col lavoro di gruppo. Poi ha detto a questo mio compagno che a breve lo avrebbe interrogato in Storia per recuperare un’insuffienza". Lui inizia allora a frugare nello zaino. "Si è voltato verso di noi, dicendoci “Mi dispiace, ragazzi, mi dispiace”. Dopo ha tirato fuori le armi ed è andato verso la professoressa, che poi ha pugnalato diverse volte".