CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Parabiago, svolta nell’omicidio Ravasio: Igor Benedito va ai domiciliari

Il 27enne, alla guida dell’auto che travolse il 52enne, aveva confessato durante l’interrogatorio del luglio scorso, accusando la madre e l’amante di aver pianificato l’agguato

Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro accusata di aver pianificato il delitto

Fabio Ravasio e Adilma Pereira Carneiro accusata di aver pianificato il delitto

Parabiago (Milano) – Igor Benedito, il 27enne coinvolto nell’omicidio di Fabio Ravasio, è stato scarcerato e si trova ora agli arresti domiciliari. La decisione è arrivata nei giorni scorsi dalla Corte d’Assise, che ha accolto l’istanza presentata dall’avvocata Valentina Alberta, ad un anno dal fermo dell’uomo. A pesare sulla scelta dei giudici è stata la confessione resa lo scorso 14 luglio, quando Benedito in aula, ha ammesso di essere stato alla guida dell’Opel Corsa che travolse e uccise il 9 agosto dell’anno scorso Fabio Ravasio, compagno della madre Adilma Pereira Carneiro.

In quell’occasione il giovane ha raccontato nei dettagli il ruolo degli altri imputati, accusando direttamente la madre e l’amante di lei, Massimo Ferretti, di aver pianificato il delitto per mesi. Benedito aveva sottolineato che la madre con l’amante chiesero a lui, il giorno prima, di guidare la macchina e, dopo un primo no, il 27enne aveva accettato perché lo avevano minacciato che, se non lo avesse fatto, non avrebbe più visto i fratelli, e non avrebbe più potuto frequentare il bar di Ferretti.

Secondo quanto riferito in aula, anche il vigile parabiaghese Andrea Conti e il meccanico Fabio Oliva avrebbero dato supporto logistico: il primo indicando le telecamere non funzionanti, il secondo suggerendo l’utilizzo della vettura. “All’inizio mi rifiutai – ha dichiarato Benedito – ma poi, sotto la pressione di mia madre, accettai. Mi faceva leva sui sentimenti e temevo di essere escluso dalla famiglia. Ora voglio camminare sulle mie gambe”.

Alla sbarra, oltre ad Adilma e al figlio, siedono anche l’amante Ferretti, l’amico Mirko Piazza, lo spacciatore Mohamed Dhabi, il meccanico Oliva, il marito di Adilma Marcello Trifone e il genero Fabio Lavezzo. In carcere è finita adesso anche Ariane, la figlia di Adilma. Il pubblico ministero Ciro Caramore aveva chiesto il ripristino della custodia cautelare in carcere per Benedito, ma il recente arresto della sorellastra, ha ridotto il rischio di inquinamento probatorio. La giovane, difesa dall’avvocato Emanuele Santo De Paola, è accusata di concorso in omicidio e ha già annunciato ricorso al tribunale del Riesame.

Il processo prosegue con un quadro che appare sempre più complesso, dove – secondo gli inquirenti – il fulcro della macchinazione resterebbe la figura di Adilma e la relazione con Ferretti.