DANIELE DE SALVO
Cronaca

"Lunga vita al vecchio San Michele". L’ultima idea senza stravolgimenti

La proposta dei sindaci del Meratese: evita la costruzione di un nuovo ponte

Le altre soluzioni comporterebbero l’abbattimento di diverse abitazioni e attività commerciali

Le altre soluzioni comporterebbero l’abbattimento di diverse abitazioni e attività commerciali

Prolungare la vita del San Michele per almeno un altro mezzo secolo. Lo chiedono ora i sindaci del Meratese, ma lo sostenevano i tecnici di Rfi già nel 2016, salvo poi compiere un brusco dietro-front e indicare la scadenza del ponte al 2030 o poco oltre. Il progetto di ristrutturazione e consolidamento mirava ad allungare appunto di 50 anni la vita utile dello storico viadotto inaugurato nel 1889, consentire il transito dei treni fino a 70 km orari rispetto ai 15 attuali, e permettere l’utilizzo del piano viario in concomitanza con quello dei convoglio sul livello ferroviario sottostante per non bloccare il traffico.

I lavori eseguiti tra il 2018 e il 2020 non hanno tuttavia consentito il raggiungimento degli obiettivi, perché sarebbe stato necessario sostituire praticamente ogni singolo componente del viadotto, un intervento giudicato troppo invasivo. "Meglio che dismetterlo e costruirci accanto un altro ponte che lo deturperebbe e snaturerebbe la valle dell’Adda, comporterebbe l’abbattimento di diverse abitazioni e attività commerciali e aumenterebbe a dismisura il traffico nel nostro territorio", sostiene Gian Paolo Torchio, primo cittadino di Paderno. E se proprio occorre un nuovo ponte, lui e tutti i colleghi del circondario sostengono la proposta di Fabio Maria Roberto Andreotti, architetto di 60 di Verderio, cioè un ponte strallato 1.650 metri più a sud. "Non interferirebbe con il ponte San Michele né con il cono visivo della valle dell’Adda – argomenta sempre il sindaco padernese -. Collegherebbe inoltre la tangenziale di Calusco con la Sp 55 verso Robbiate da una parte e Cornate d’Adda dall’altra. La soluzione avrebbe il vantaggio di spostare il traffico di attraversamento dai centri abitati, inserendolo su strade a maggior scorrimento". Un’ipotesi, secondo gli amministratori locali del Meratese, assolutamente praticabile, anzi, l’unica veramente proponibile per accontentare tutti e non scontentare nessuno, né sulla sponda lecchese, né su quella dell’Isola Bergamasca, e nemmeno in provincia di Monza. Daniele De Salvo