LUCA BALZAROTTI
Economia

Le tasse invisibili: come lo Stato ti prende 20.000 euro l’anno (senza neanche dirtelo)

Lo studio in Lombardia: il 96% dei tributi prelevato dalla busta paga o compreso in beni e servizi. Gli autonomi pagano l’Irpef a parte. Differenze nell’approccio al Fisco

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MILANO – Una famiglia con mamma e papà lavoratori dipendenti e un figlio a carico versa quest’anno oltre 20mila euro in tasse. Ma solo 640 euro – poco più del 3% – avviene con un versamento tramite contanti, un bollettino o online. Il resto è prelevato dalla busta paga o compreso nell’acquisto di beni e servizi. L’Ufficio studi della Cgia ha fotografato il sistema fiscale partendo dai dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L

’analisi ha preso in esame una famiglia tipo, con genitori lavoratori dipendenti e un figlio a carico, due auto, una casa di proprietà di 110 metri quadrati e un Isee stimato di 22.834 euro: per il calcolo delle addizionali Irpef - l’Imposta sul reddito delle persone fisiche - si sono utilizzate le aliquote medie nazionali, mentre per la definizione della Tari si è applicata quella del Comune di Milano. Le tasse prelevate alla “fonte” (ritenute Irpef, contributi previdenziali e addizionali Irpef) pesano 12.504 euro, il 61,8% del totale. Se si aggiungono quelle “nascoste” (Iva sugli acquisti, accise su benzina, gas, elettricità, contributo al sistema sanitario nazionale dall’Rc auto, imposta Rc auto, canone Rai), nelle casse dello Stato finiscono altri 7.087 euro, il 35% del totale. La somma della parte “invisibile“ delle tasse ammonta a 19.591 euro, il 96,8%.

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Diverso, invece, il caso degli autonomi, chiamati a pagare in misura più consapevole gran parte delle tasse: a differenza dei lavoratori dipendenti, infatti, Irpef e contribuiti per la pensione vengono versati direttamente. “In questo caso il contribuente psicologicamente percepisce maggiormente il peso economico di questi versamenti rispetto a chi subisce il prelievo direttamente dalla busta paga – sottolinea l’Ufficio studi della Cgia –. Nel momento in cui mettiamo mano al portafoglio prendiamo atto dell’entità del pagamento e di riflesso si ha contezza del peso (eccessivo) del fisco. Diversamente, quando le imposte e i contributi vengono riscossi alla fonte, l’operazione è “astrattamente” meno dolorosa, perché avviene inconsapevolmente”.

L’Irpef è l’imposta che garantisce il maggior gettito all’erario. In Lombardia i contribuenti sono 7,5 milioni: poco meno di 2,5 milioni a Milano (1,5 milioni i dipendenti), 941mila a Brescia (550mila i dipendenti), 835mila a Bergamo (488mila i dipendenti), 662mila a Monza (383mila i dipendenti), 644mila a Varese (349mila i dipendenti), 439mila a Como (230mila i dipendenti), 408mila a Pavia (228mila i dipendenti), 308mila a Mantova (177mila i dipendenti), 269mila a Cremona (152mila i dipendenti), 256mila a Lecco (142mila i dipendenti), 170mila a Lodi (102mila i dipendenti) e 138mila a Sondrio (73mila i dipendenti).