DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

“Mater strangosciàs“, il balbettio d’amore di Testori

Arianna Scommegna in scena con il piccolo grande classico, accompagnata dalla fisarmonica di Giulia Bertasi

Arianna Scommegna in scena con il piccolo grande classico, accompagnata dalla fisarmonica di Giulia Bertasi

Arianna Scommegna in scena con il piccolo grande classico, accompagnata dalla fisarmonica di Giulia Bertasi

L’assenza. In estrema sintesi è questo il grande tema dei “Tre Lai“ testoriani. Un’assenza struggente. Caratterizzata dalla morte, non certo da quella distanza che Cesária Évora si augurava di poter colmare (“Ausencia“, meravigliosa).

Giovanni Testori li scrisse negli ultimi, complicati mesi di vita. Tre balbettii d’amore, come sono stati descritti. Tre canti funebri. Tre prove d’attrice in cui carne e gesto danno forma a una parola euforica e disperatissima. Che si alimenta di sé stessa. In uno stato di continua invenzione verbale, incrociando lingue, suoni, dialetti. Da qualche tempo la trilogia è diventata una specie di cavallo di battaglia di Arianna Scommegna (nella foto). O meglio, due titoli su tre: “Cleopatràs“ e “Mater strangosciàs“. Colonne portanti del repertorio ATIR. Mentre lei ci ha vinto i premi. E continua a fare repliche in giro, sempre ottimamente accolta dal pubblico.

In questo caso è il Teatro Fontana ad ospitarla, dal 16 al 19 settembre con "Mater strangosciàs", ultimo dei Tre Lai, vero e proprio testamento spirituale. Dove protagonista è una Madonna del popolo, umile, semplice, della Valassina. Piange la morte del figlio. Il suo sacrificio. Piange il destino di dolore degli uomini. E al suo stesso figlio chiede spiegazioni, in un dialetto brianzolo spurio e coloratissimo. Con Scommegna accompagnata in scena dalla fisarmonica di Giulia Bertasi.

Una piccola, ispirata produzione indipendente. Diventata (meritatamente) un giovane classico. Anche grazie alla regia di Gigi Dall’Aglio. Sembra ieri ma sono già passati cinque anni. E lui è uno che manca parecchio a teatro. Questione di rigore, di bellezza, di onestà intellettuale. Info: teatrofontana.it.

Diego Vincenti