
La parola. Sempre lei. Al centro di tutto. Ma anche il confronto con la tradizione che morde forte alle...
La parola. Sempre lei. Al centro di tutto. Ma anche il confronto con la tradizione che morde forte alle caviglie, considerando quel passato tanto ingombrante. E poi gli appuntamenti musicali, gli omaggi, una manciata di azzardi drammaturgici, i nuovi talenti. Insomma: il Gerolamo conferma la ricetta che l’ha fatto rinascere negli ultimi anni. Visione curatoriale chiara. Che ha avuto il merito di ricomporre il rapporto col pubblico, anche grazie a un’intelligente politica dei prezzi. Non era scontato. Piace quindi questo nuovo cartellone pensato dal direttore artistico Piero Colaprico. Dove rispetto allo scorso anno si moltiplicano nomi e spettacoli. Come a rilanciare.
Ancora una volta. "Con i titoli che passano da 34 a 41 il Gerolamo aumenta anche la qualità dell’offerta – sottolinea Colaprico –. Non abbiamo più tra noi il grande Stefano Benni, ma avevano già deciso di metterlo in scena con la splendida Lucia Poli. E a maggio abbiamo invece uno dei maestri del teatro, Gabriele Lavia (nella foto). Siamo anche orgogliosi di dare spazio a tre giovani attrici, con tre loro anteprime assolute. Alice De Andrè impegnata in un monologo; Roberta Lidia De Stefano che sfida sul palco la grandezza assoluta di Gabriella Ferri; Annagaia Marchioro, che racconta di desideri e di fallimenti. I suoi, ma anche forse i nostri". Sicuramente. Che ognuno ne ha un baule pieno. Meglio però soffermarsi sui desideri, di solito sono più divertenti. E riempiono la scena. Come in "Caffè con vista", commedia corale in cui Alice De Andrè torna a lavorare con i ragazzi e le ragazze di "Un futuro per l’Asperger". Lo si vede fra un mesetto. Mentre sarà poi a febbraio il monologo in cui fa i conti con quel nonno gigante, mai conosciuto. Intanto però nelle prossime settimane da segnalare almeno il curioso viaggio nei cocktail di "Un ultimo giro", diretto e interpretato da Maria Pilar Perez Aspa (venerdì10 ott).
Ed è bello ritrovare in stagione anche Massimo de Vita e il suo Teatro Officina, qui a condividere una riflessione sulla strage di Gorla. Seguito da Caroline Pagani, un reading teatrale di ATIR tratto dallo splendido "V13" di Emmanuel Carrère, l’Enzo Tortora di Chicco Dossi. D.V.