
Guè, pseudonimo di Cosimo Fini, 44 anni, fa registrare l’ennesimo sold out
Lasciate ogni speranza voi che (non) entrate. Già, perché le due date del 3 e del 15 maggio al Forum del “La G, la U, la E Live Tour” di Guè Pequeno, anzi solo Guè come sottolinea il titolo di questa nuova avventura formato palasport, sono irrimediabilmente sold-out. Quindi, per i ritardatari l’unica chance rimasta per vederlo in regione è nella dimensione balneare di quel Le Vibe Summer Tour in programma il 18 luglio al Rugby Sound Festival di Legnano.
Guè si dice abituato a tenere il piede in due scarpe, come dimostrano pure le aperture pop dell’ultimo album ‘Tropico del Capricorno’, uscito a gennaio. "Alcuni miei testi rap sono dritti al punto, pieni di punch line e di street ‘credibility’ e quindi la gente apprezza questi brani, che spesso sono dei successi anche a livello commerciale" ha spiegato con umiltà ai microfoni di Radio m2o. "Anche quando, come stavolta, faccio un disco pensato volutamente per un pubblico più ampio, il mio approccio resta quello di un cultore dell’hip hop. Perché per me è cultura, sempre, anche se a volte si tratta di dare perle ai porci".
Dopo alcune prove discografiche molto “street” come “Fastlife 4” o l’ultimo album dei ritrovati Club Dogo, il rapper milanese, all’anagrafe Cosimo Fini, libera in “Tropico del Capricorno” la sua anima clubbing assieme ad uno stuolo di produttori che va da Sixpm a Chef P, da Big Fish a Bassi Maestro, all’americano Harry Fraud. Basta andarsi ad ascoltare l’ultimo singolo “Meravigliosa” in cui incrocia addirittura il Gaetano Curreri di “Acqua e sapone” (trasformato nel videoclip alla 007 in una specie di malvagio Ernst Stavro Blofeld con tanto di felino al seguito). Ma la lista degli ospiti è lunga così e, oltre agli Stadio, annovera Rose Villain, Shiva, Artie 5ive, Ele A, Frah Quintale, Geolier, Ghali, Tony Effe, Ernia, Tormento, Chiello.
"Visto che l’hip hop esiste da più di cinquant’anni, mi sembra abbastanza naturale che gente d’esperienza come me o come Marra parli ad un pubblico adulto che conosce il rap e lo capisce", dice. "Se, però, riesci a trovare il modo di mettere d’accordo i gusti degli adulti con quelli ragazzi, diventi un artista intergenerazionale capace di arrivare a tutti".
Sulle collaborazioni il Gue(rcio) del rap italico non si tira certo indietro, disco a parte, basta scorrere la lista di quelle accumulate in questi primi quattro mesi di 2025 per incrociare i nomi di Papa V, Nerissima Serpe, SLF, il compagno d’arme nei Dogo Jacke La Furia, Mykel Costa, Rose Villain, Gaia, Artie 5ive, Silent Bob, Loco Dice e, naturalmente, Shablo in quella “La parola mia” portata a Sanremo con la complicità sua, di Joshua e di Tormento. Quel Festival su cui Fini aveva sparato ad ottobre ("a Sanremo canti in un teatro di fronte a 1500 persone che sono 1500 str***i. Perché comunque uno che compra biglietti a Sanremo, cioè, chi è? Con tutto il bene. Non è un pubblico ricettivo, il più giovane ha 65 anni, cosa ne vuole capire della musica di oggi?") ma ha poi abbracciato a dicembre, presumibilmente per fare un favore all’amico produttore.