
Alessia Aquilani, in arte Alexia (58 anni)
Milano – Un lento con la cassa in 4/4. Lei, Alexia, si diverte a definire così quella “Follow” con cui è tornata in radio per riprendere la strada. Del dancefloor. Un cammino che nel segno di “Summer Is Crazy”, “Uh La La La” o quella “Think About The Way” con Ice Mc che in estate la vede protagonista sui palchi dei festival europei nell’attesa di festeggiarsi col pubblico milanese il 26 marzo 2026 al Fabrique, come anticipa lei stessa nello studio di Soundcheck, il format musicale disponibile pure sui social e sul sito web del nostro giornale.
Alessia, perché “un lento”?
"Perché ‘Follow’ è un pezzo che se gli togli la cassa sta in piedi lo stesso, liberando la mia voce da melodie precostituite per lasciarla andare dove crede. Questo, naturalmente, con un testo ben preciso".
“Follow” è un titolo emblematico in un’epoca in cui tutti seguono tutti.
"Già. Oggi il termine ‘follow’, seguire, ha tante accezioni. Anche negative. Questa canzone, invece, ne ha di positive perché afferma che io ci sono, ti seguo, ti ascolto, senza giudicarti ma pronta, piuttosto, a tenderti la mano, perché è necessario tornare a parlarsi, riprendere un contatto umano".
Dopo l’album di Natale “My Xmas” tutti si sono chiesti se il futuro di Alexia sarebbe stato in italiano o in inglese. Il singolo “I feel feelings” e ora “Follow” hanno chiarito che è in inglese.
"Sì, perché è il mio elemento, mi fa sentire bene consentendomi di arrivare a più persone. Finché riuscirò a tirare fuori cose che mi soddisfano, intendo seguire questa strada".
Tutto accompagnato da una sua immagine molto calda, mediterranea.
"Per trasmettere umanità. Serenità. Essere me stessa e guardare negli occhi chi è di fronte".
Sul versante live nei prossimi mesi verrà prima l’Europa e poi l’Italia, con una festa al Fabrique come “The party - Back to the dancefloor”.
"Non vedo l’ora di riabbracciare il pubblico, i fans. Esibirmi. Insomma, un’estate piena d’impegni e di esperienze per mettere bene a fuoco l’evento del 26 marzo. Di solito, infatti, per ricaricare le energie uno va in vacanza, a me invece servono i palchi, la strada".
L’estate scorsa “Uh La La La” l’ha portata al Tomorrowland. Difficile pensare che una mega hit di oggi fra27 anni, quanti ne sono passati da quel successo, possa fare altrettanto. Sono cambiati i tempi?
"Oggi i pezzi sono condizionati dall’esigenza di avere quei 15-20 secondi capaci di ‘funzionare’ sui social, di essere ‘tiktokabili’, aggettivo che trovo abbastanza spaventoso. Penso, infatti, che le canzoni per restare debbano avere una loro profondità. Non penso, ad esempio, che Tyler, the Creator faccia delle canzoni ‘tiktokabili’. Anzi, tutt’altro".
Quindi?
"Bisognerebbe tornare a fare la musica e basta: curare la parte armonica, i testi. Valorizzare la melodia, tanto con la scrittura che con una bella voce. La strada deve tornare quella".
Lei ha due figlie, Margherita e Maria Vittoria, che si stanno avvicinando in maniera “preoccupante” all’età in cui per lei è cominciato tutto. Come vive il momento?
"Stanno diventando grandi. Margherita reclama sempre più la sua indipendenza, mentre Maria Vittoria si prepara addirittura a prendere casa a Parigi per frequentare l’università e io devo farmi coraggio, perché il distacco temo sia più difficile per me che per lei. Contentissima, quindi, di tornare a immergermi in progetti che, nella delicatezza del momento, diventano un appoggio importante. Anche per dimostrare alle mie ragazze che una donna può ricevere dal suo lavoro grandi soddisfazioni".
C’è stato un periodo difficile in cui, a causa del successo, non riusciva a togliere la “x” dal nome. Il tempo le ha insegnato ad equilibrare meglio vita pubblica e privata?
"Effettivamente per far convivere Alessia con Alexia ci sono voluti diversi anni, ma oggi posso dire di esserci riuscita. Quando torno Alessia mi sento in pace con me stessa".