
Ghitta Carell (1899-1972).
Ci sono alcuni ritratti, fra le fotografie, che sono legati al luogo, a Villa Necchi, come quello dell’architetto Piero Portaluppi, autore del progetto della villa, e delle due sorelle Necchi, Nedda e Gigina, che delle villa furono le proprietarie. Guardandoli si respira quindi un’aria familiare. Il Fai dedica, a Villa Necchi Campiglio (sino al 12 ottobre), una bella mostra a Ghitta Carell (1899-1972), fotografa ritrattista che nell’Italia tra le due guerre fu la più celebre e richiesta. Davanti al suo obiettivo posarono i massimi protagonisti dell’epoca: dall’aristocrazia all’alta società, dal mondo della politica a quello della cultura, e perfino della Chiesa, in Italia e oltre i confini. I suoi scatti nitidi, intensi ed eleganti, dallo stile inconfondibile, capace di fondere classicismo e modernità in un’estetica nuova e seducente, e di infondere bellezza, carattere, prestigio, e un sofisticato glamour, in ogni ritratto, costituiscono una galleria affascinante che attraverso volti, sguardi, pose, abiti e accessori, firme e dediche, ripercorre la storia e la cultura del Novecento.
Curata da Roberto Dulio, l’esposizione raccoglie più di cento opere, tra fotografie vintage – recuperate da decine di collezionisti privati - lettere, cartoline, libri, documenti d’archivio e l’attrezzatura fotografica, esposta per la prima volta in una mostra.
"Ghitta Carell è la sintesi espressiva che salda accordi e contrasti tra avanguardia e tradizione, in piena sintonia con il più elevato dibattito artistico dell’epoca", afferma il curatore. S.C.