Lago di Como, dalla siccità al rischio esondazione: si teme per il centro città

Il livello del Lario si è alzato di quasi un metro in pochi giorni: paratie di Olginate aperte per fare defluire l’acqua. Il Consorzio: “Ne stiamo buttando via un sacco”

Il lago di Como

Il lago di Como

Dalla siccità al pericolo di esondazione. In pochi giorni il livello del lago di Como si è alzato di quasi un metro. Per evitare che il Lario fuoriesca e inondi il centro di Como, le paratie della diga di Olginate sono state completamente aperte o quasi, in modo da far defluire tanta acqua nell’Adda a valle, quanto ne entra a monte.

Se le paratie di Como fossero pronte, si potrebbe invece tenere il livello del lago più alto di una decina di centimetri e stoccare fino a 15 milioni di metri cubi di riserve idriche in più, utili quando la terra e i campi torneranno di ad avere sete.

"Stiamo buttando via un sacco di acqua", spiega Emanuele Mauri, presidente del Consorzio dell’Adda, che raggruppa rappresentanti di società energetiche, enti di bonifica e irrigazione, aziende agricole e acquedotti delle zone a sud del Lario e della Pianura Padana, a cui spetta la regolazione proprio della diga di Olginate, che è la porta di uscita dell’acqua del lago. Certo, la "colpa" è dei cambiamenti climatici o meglio di chi li ha provocati, cioè noi esseri umani, a paratie di Como ultimate tuttavia si potrebbero guadagnare dieci centimetri di livello del lago.

"Per legge – dice sempre il presidente del Consorzio dell’Adda – il livello del lago potrebbe raggiungere 1 metro e 40 di altezza, però sopra il metro allagherebbe piazza Cavour a Como". Ogni centimetro di lago più alto equivale a 1 milione e mezzo di metri cubi cioè 1 miliardo e mezzo di litri d’acqua in più stoccata. "Il lago di Como è un lago naturale stupendo, non un bacino artificiale – avverte tuttavia Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità del Bacino del Lario -. Non si può utilizzarlo come un serbatoio da riempire o svuotare in base alle necessità, altrimenti si combinano disastri peggiori rispetto a quelli del meteo che non possiamo comandare. Bisogna pensare anche ai pesci che lo popolano e alla loro riproduzione ad esempio. Le paratie sono costate tanti soldi e tempo per risultati che saranno scarsi. Sarebbe stato meglio investire risorse per progettare e realizzare bacini di raccolta dell’acqua a monte e vasche di laminazione a valle".