
Tuffi liberi e lunghe nuotate tra le correnti. L’Oglio, soprattutto nel tratto che va da Paratico a Urago d’Oglio e...
Tuffi liberi e lunghe nuotate tra le correnti. L’Oglio, soprattutto nel tratto che va da Paratico a Urago d’Oglio e Pumenengo, è la meta estiva preferita di centinaia di persone, nonostante il divieto di balneazione sia in vigore dal 1982. Un divieto che viene costantemente ignorato, nonostante su alcuni tratti appaiano i cartelli di divieto, come accade a Capriolo e Palazzolo. Le sponde dell’Oglio si riempiono di famiglie, ragazzi e di tutti coloro che desiderano trovare refrigerio. E non solo nuotano nell’Oglio, ma anche in canali di irrigazione come la Roggia Fusia e la Roggia Castrina, che diventano dei veri e propri parchi di divertimento. E, purtroppo, non mancano gli incidenti. A giugno, nel tratto compreso tra Paratico e Urago d’Oglio sono annegati due uomini, entrambi stranieri: un cingalese e un indiano. Per i comuni correre ai ripari è quasi impossibile. Qualcuno, però, ci prova. Come accade a Capriolo, dove è appena stato realizzato un parco fluviale. "Il nostro è un parco – spiega il sindaco di capriolo Luigi Vezzoli (foto)– e come tale lo trattiamo, anche perché ci preme l’incolumità delle persone. Abbiamo apposto barriere e staccionate che non consentono l’accesso all’acqua. Nel caso qualcuno voglia entrare, lo fa a suo rischio e pericolo. Noi però chiediamo di non farlo". Da Capriolo in poi, comunque, i luoghi eletti a spiaggia sono moltissimi: la zona del "Sariulì" , il Ponte di Ferro sulla Fusia, la diga Pirelli e più in giù i lavatoi alla sgraffigna, la diga di Palazzolo sull’Oglio, la Castrina e la Bravadorga, la Spiaggia dei Poveri e i Prati Verdi a Pontoglio sono solo alcuni dei luoghi amati per tuffarsi, talvolta anche dalle infrastrutture, con conseguenti pericoli dovuti alla corrente, allo choc termico da immersione e, purtroppo, talvolta pure all’inquinamento.
Milla Prandelli