Omicidio di Santina Delai: sul manifesto funebre c’è anche il nome del figlio assassino

I necrologi sono stati esposti in paese. Martedì 13 l’ultimo saluto alla pensionata nella chiesa di Puegnago

Mauro Pedrotti, con la tuta arancione; in piccolo, il manifesto funebre della madre Santina

Mauro Pedrotti, con la tuta arancione; in piccolo, il manifesto funebre della madre Santina

Puegnago, 10 febbraio 2024 – Quel nome sul manifesto funebre, incluso nel gruppo di persone che annunciano la morte di Santina Delai, uccisa tre giorni fa nella sua abitazione, stride. E parecchio. È quello del figlio Mauro, assassino reo confesso della madre 78enne, assassinata dopo un litigio riguardante la possibilità di vendita di una casa, l’ultimo – almeno secondo le parole del killer – di una serie di scontri avvenuti fra figlio e madre.

Il necrologio

I manifesti funebri, che portano la data di oggi, sabato 10 febbraio, sono stati esposti nelle strade del paese e sui pannelli riservati agli annunci mortuari. “È mancata all’affetto dei suoi cari Santina Delai, vedova Pedrotti, di anni 78 – si legge sul cartello –Ne danno il triste annuncio il figlio Mauro con Giacomina, Morena con Daniele, i fratelli, le sorelle, i cognati, le cognate, i nipoti e parenti tutti”.

L’ultimo saluto

Sull’annuncio è riportata anche la data dei funerali. La comunità di Puegnago, sotto choc per la scomparsa di Santina e la scoperta dell’assassino maturato in famiglia, darà l’addio alla pensionata martedì 13 febbraio nella chiesa del paese. La cerimonia inizierà alle 15.

La morte dell’anziana

Il corpo di Santina è stato trovato mercoledì mattina dai carabinieri nella sua abitazione con uno strofinaccio annodato al collo e segni di una colluttazione. È stato proprio il figlio Mauro, quella mattina, a chiamare i soccorsi, annunciando di aver trovato la madre esanime a terra, al suo arrivo in casa.

La prima di una serie di bugie, compreso il tentativo di simulare una rapina per depistare l’inchiesta. Il castello di menzogne è crollato 24 ore dopo, quando Pedrotti, operaio in una ditta di lavori stradali, ha confessato l’omicidio. “L’ho uccisa – queste le sue parole – perché era troppo invadente e abitarci vicino era diventato difficile”.