BEATRICE RASPA
Cronaca

Uccide l’anziana madre Santina Delai, la confessione choc: “L’ho strangolata perché era invadente”

Omicidio aggravato dalla premeditazione, dal vincolo parentale e dalla minorata difesa della vittima, Mauro Pedrotti in cella: “Comandi e rimproveri, ero stufo del suo carattere: una civetta sul collo”

Santina Delai, nel riquadro, e il figlio Mauro Pedrotti, in tuta arancione

Santina Delai, nel riquadro, e il figlio Mauro Pedrotti, in tuta arancione

“L’ho uccisa perché ero stufo del suo carattere, era invadente, mi comandava di fare ogni cosa. Ora che l’ho fatto mi sento libero da questa civetta sul collo, anche se sono dispiaciuto di averlo fatto". Ci sono volute 24 ore perché Mauro Pedrotti, l’operaio che all’alba di mercoledì ha strangolato la mamma Santina Delai, 78 anni, e che ora è in carcere, rimettesse in ordine i pezzi del dramma.

"Domenica 28 gennaio ho discusso con lei per il fatto che volessi vendere casa mia, e mamma non era d’accordo. Mi rimproverava ogni volta che io e la mia famiglia andavamo in vacanza, anche solo per qualche giorno. Ho sofferto per questa ennesima discussione, tant’è che da ultimo lei cenava a casa mia ma con mia moglie, io stavo in disparte – ha dichiarato il 57enne al pubblico ministero Ines Bellandi in un interrogatorio fiume la notte dopo l’omicidio – Non ho premeditato di ucciderla, ho pensato di farlo solo la mattina del 7 febbraio”.

Ieri Pedrotti, comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Gaia Sorrentino, con dichiarazioni spontanee ha ribadito di non avere premeditato nulla e di essere "molto pentito". Il suo difensore, l’avvocato Giovanni Brunelli, aveva chiesto i domiciliari, a casa della figlia a Gavardo, ma il giudice ha disposto il carcere.

Omicidio aggravato dalla premeditazione, dal vincolo parentale e dalla minorata difesa della vittima, la contestazione mossa dalla procura e avallata dal gip, che ha ritenuto sussistenti tutte le esigenze cautelari: pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione.

Cruento e pericoloso

"L’immediata disponibilità di Pedrotti di risolvere le questioni familiari con modalità cruente dà conto di una marcata facilità nel ricorrere a metodi efferati nella normale gestione dei rapporti interpersonali – scrive nell’ordinanza Sorrentino –. Il gesto spiccatamente violento riporta a tratti comportamentali dell’indagato in grado di ripetersi laddove venga contrastato”. E ancora: “La sua spiccata pericolosità sociale evidenzia una personalità refrattaria alle regole dello Stato” tale da rendere i domiciliari insufficienti.

Operaio asfaltatore per la BTT di Manerba, il 54enne inizialmente aveva inscenato la rapina degenerata. Alla moglie, ai vicini, al suo datore di lavoro si era affrettato a dichiarare con voce rotta "la mamma l’è morta, me l’ha stofegata, l’è vegnit denter un lader" ("La mamma è morta, me l’hanno strangolata, è entrato un ladro", ndr) e di fronte alla scoperta del corpo si era precipitato a chiamare le pompe funebri anziché il 112, allertato non da lui ma dal datore di lavoro. Un dettaglio che, insieme a molti altri, ai carabinieri era risultato stridente. Messo sotto torchio, Pedrotti dopo una iniziale reticenza ha ammesso.

La confessione

Un fiume in piena. Prima con dichiarazioni spontanee ha sostenuto che da 15 giorni pensava di uccidere quella madre ingombrante, poi davanti al magistrato ha rettificato e negato la premeditazione. "Mi sono alzato alle 5,20 e dopo 10 minuti sono andato a casa di mia mamma, le ho messo le mani al collo e dopo le ho stretto, sempre attorno al collo, uno straccio che ho trovato lì – ha dichiarato al pm Bellandi – In quel momento mia mamma stava facendo le pulizie e si trovava in bagno. Lei ha provato a difendersi ed è scivolata. Ho continuato a stringere le mani al collo. Dopodiché le ho stretto al collo uno straccio. Lei ha urlato il mio nome finché non è più riuscita a parlare. A un certo punto ho notato che il ventre non si alzava più perché aveva smesso di respirare".

“Da lì ho capito che era morta. Poco dopo ho sentito citofonare e sono uscito in garage, era la vicina che mi aveva avvertito di aver sentito dei rumori, si era preoccupata. Io le ho risposto che era tutto a posto, l’avevo vista che faceva le pulizie – ha dichiarato l’omicida al pm – . Dopodiché sono andato a lavorare. In ditta poi mi sono disfatto del pile che indossavo al momento dell’omicidio per cancellare eventuali tracce sul mio abbigliamento”.

"Dopo essere arrivato al lavoro ho fatto tre telefonate a mia mamma per fare sembrare fosse ancora viva e fosse stato fatto un furto. Mentre la stavo strangolando ho pensato di inscenare un furto aprendo cassetti e tirando fuori alcune magliette. Ho detto al mio titolare che mia mamma non rispondeva al telefono e che dovevo andare da lei. Ho telefonato però prima a mia moglie per accertarsi del fatto che mia mamma non rispondesse. Dopo 3-4 minuti lei mi ha richiamato dicendomi che l’aveva notata a terra sul pavimento – prosegue la confessione – Sono tornato ed entrato in casa insieme a lei. Abbiamo visto mia mamma a terra e mia moglie le ha slacciato lo straccetto stretto al collo. Io le ho fatto notare che erano entrati i ladri. Dopodiché ho avvertito alcuni parenti e telefonato alla ditta onoranze funebri Rodella di Manerba... Quando mia moglie ha notato mia madre a terra io non le ho detto di chiamare i soccorsi, sapevo che era già morta".