CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Meccanico in lacrime: Adilma mi aveva detto tutto

Una testimonianza drammatica e carica di tensione emotiva ha segnato una delle udienze più significative del processo sulla morte di...

Adilma Pereira e Fabio Ravasio Il piano della mantide prevedeva di mascherare l’omicidio con un incidente stradale

Adilma Pereira e Fabio Ravasio Il piano della mantide prevedeva di mascherare l’omicidio con un incidente stradale

Una testimonianza drammatica e carica di tensione emotiva ha segnato una delle udienze più significative del processo sulla morte di Fabio Ravasio. A parlare in aula è stato Fabio Oliva, classe 1984, titolare dell’officina "Rusty Garage", separato e padre di una figlia. L’uomo, difeso dagli avvocati Bonzi e Schieppati, visibilmente provato, è scoppiato in lacrime mentre ricostruiva il legame con Adilma e i retroscena dei giorni che hanno preceduto il tragico incidente.

Oliva ha raccontato che Adilma si presentò nella sua officina esprimendo apertamente l’intenzione di voler eliminare Ravasio, lamentando i maltrattamenti nei confronti dei figli e un clima familiare diventato ormai insostenibile. Aveva descritto una convivenza forzata e un progetto di trasferimento in una cascina ostacolato dalla mancanza di fondi. Il 9 agosto 2024, giorno dell’omicidio, nel primo pomeriggio, Oliva ricevette una telefonata da Adilma che gli chiese di raggiungerla con urgenza. Una volta arrivato, lei gli chiese di rimettere in funzione una Opel Corsa, parlando esplicitamente del suo utilizzo per compiere l’omicidio.

Oliva, pur non prendendo inizialmente sul serio quelle parole, si occupò di rimettere la batteria e di sistemare il faro anteriore, utilizzando un pezzo fornito dalla stessa Adilma. In quell’occasione erano presenti anche Igor, Marcello Trifone, Lavezzo e successivamente Blanco, noto come "il marocchino". Adilma gli indicò come possibile luogo dell’incidente la zona del Pioppeto, che insospettì Oliva al punto da spingerlo a fare un sopralluogo in Vespa fino al cimitero di Casorezzo.

La sera, mentre era a una festa con la compagna a Cassano Magnago, Oliva ricevette una chiamata da Ferretti, che poi richiamò più tardi, informandolo che Ravasio era finito in ospedale in codice rosso. Al bar erano presenti vari membri del gruppo: Blanco, Igor, Lavezzo, Ariane e Mirko. La priorità del momento era una: far sparire l’auto coinvolta. Oliva ha dichiarato di aver già in precedenza presentato Adilma a un demolitore della zona.

Un dettaglio particolarmente scioccante è stato il ritrovamento di capelli di Ravasio sul parabrezza della vettura. "Me li mostrò Arianne, la figlia di Adilma. Rimasi profondamente colpito", ha dichiarato Oliva. Successivamente, Adilma gli avrebbe chiesto un alibi, cercando di dimostrare che la Opel Corsa non fosse più nella sua disponibilità. Oliva le fece però notare che il veicolo risultava ancora intestato a suo nome.

Nel corso della testimonianza, Oliva ha anche ammesso di aver avuto un rapporto personale con Adilma, raccontando di essere stato ospitato da lei a Mentone nel luglio 2022, durante il suo periodo di separazione. Infine, ha chiarito i motivi della sua iniziale reticenza davanti ai carabinieri: "Dissi di non vedere più l’auto dal 2022". E ha concluso sul rapporto tra Adilma e Ravasio: "Lei mi raccontava di un rapporto difficile, ma quando li vedevo insieme, mi sembravano una coppia normale".

Christian Sormani