REDAZIONE VARESE

Busto Arsizio, due detenuti scatenati: devastano la cella e aggrediscono sei agenti

Uno dei poliziotti colpiti ha subito la frattura di una costola. Il segretario regionale del Sappe Alfonso Greco: “Servono interventi strutturali che restituiscano legalità ai circuiti penitenziari. Urgente limitare il sovraffollamento”

Gli interni del carcere di Busto Arsizio (Archivio)

Gli interni del carcere di Busto Arsizio (Archivio)

Busto Arsizio, 21 agosto 2025 – Mini-rivolta in carcere a Busto Arsizio. Due detenuti, su tutte le furie per motivi al momento sconosciuti, ieri sera, mercoledì 20 agosto, hanno fatto il diavolo a quattro nella cella in cui si trovavano.

A dare la notizia è Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), in una nota diffusa nel pomeriggio.

I fatti

I detenuti, scrive Greco, “hanno distrutto la cella in cui” si trovavano, “appiccato ripetutamente incendi e cercato di colpire gli agenti al di fuori di essa, lanciando pezzi di arredo. Tra un incendio e l'altro hanno allagato la cella e il corridoio della sezione stessa''.

Approfondisci:

Evaso dal Beccaria: il 17enne è ancora in fuga. I sindacati: “Quattro agenti a sorvegliare 60-70 detenuti”

Evaso dal Beccaria: il 17enne è ancora in fuga. I sindacati: “Quattro agenti a sorvegliare 60-70 detenuti”

Quando gli agenti della polizia penitenziaria hanno aperto "la cella e sono entrati per fermarli - prosegue il sindacalista - i due si sono scagliati contro gli agenti". I due aggressori sono stati bloccati, ma sei agenti sono rimasti feriti. Uno dei poliziotti è stato dimesso dall'ospedale con 15 giorni di prognosi per la rottura di una costola.

La reazione

Greco esprime ''la solidarietà e la vicinanza del Sappe ai colleghi, vittime della vile aggressione, augurando loro una pronta guarigione''. Il sindacalista denuncia: ''siamo preoccupati dall'alto numero di eventi critici che si registrano in carcere. Ma ci aspettiamo efficaci provvedimenti contro coloro che si rendono responsabili di queste inaccettabili violenze, anche perché questo determina quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti".

"Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse, autolesionismo e i tentati suicidi - aggiunge -, sono purtroppo all'ordine del giorno. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità ai circuiti penitenziari intervenendo in primis sul problema del sovraffollamento carcerario''.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, riconosce un cambiamento nel clima politico attuale: ''Dobbiamo dare atto che, rispetto al passato, l'attuale governo e l'amministrazione penitenziaria hanno mostrato maggiore ascolto e sensibilità nei confronti delle criticità del settore. Ma proprio per questo ci aspettiamo di più. Serve uno sforzo ulteriore, più deciso e strutturale, perché non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti, urgenti e coraggiosi" ribadisce Capece.