Nicola Palma
Cronaca

Evaso dal Beccaria: il 17enne è ancora in fuga. I sindacati: “Quattro agenti a sorvegliare 60-70 detenuti”

Era stato arrestato il 17 luglio dopo aver strappato la catenina d’oro ad un passante ed aver tentato la fuga in monopattino. Domenica ha scavalcato l’inferriata del campo da calcio del minorile ed è saltato dal tetto della palestra

Forze dell'ordine al carcere minorile Beccaria di Milano

Forze dell'ordine al carcere minorile Beccaria di Milano

Milano, 28 luglio 2025 – Ore 12.55 del 17 luglio, viale Monza angolo Vipacco, due passi dalla fermata Villa San Giovanni della linea rossa del metrò. Due ragazzi bloccano un uomo sul marciapiedi e gli strappano la catenina d’oro dal collo. Un passante nota la scena e interviene, ma uno dei rapinatori ne fiacca la reazione con lo spray al peperoncino. L’altro resta lucido e riprende gli aggressori con il suo smartphone. Le immagini finiscono in mano agli agenti delle Volanti, che proprio grazie ai frame registrati col cellulare riescono a intercettare i giovanissimi nordafricani in via Padova: uno scappa a piedi; l’altro prova a fare lo stesso usando un monopattino elettronico, ma viene preso in viale Lombardia. “Non potete arrestarmi, sono minorenne”, urla l’adolescente, che tenta di divincolarsi dalla presa spintonando i poliziotti. Il gip dispone la custodia cautelare in carcere e il trasferimento al Beccaria. S.H. ci entra alle 12.10 del 19, ma resiste solo otto giorni.

Evasione dal Beccaria

Sì, perché è lui, il marocchino che compirà 18 anni a fine novembre, il detenuto evaso l’altra sera dall’istituto di via dei Calchi Taeggi. Stando a quanto ricostruito finora, poco dopo le 18.30 il diciassettenne si è allontanato dal cortile di passeggio, ha scavalcato l’inferriata che separa i due campi da calcio della struttura e si è ritrovato sul tetto della palestra; da lì è scomparso, dirigendosi verso il vialetto che porta alla carraia e verosimilmente al vicino capolinea della M1 a Bisceglie. In carcere è subito scattato l’allarme, condiviso anche con le forze dell’ordine, e in particolare alle pattuglie di polizia e carabinieri che stavano pattugliando la città. Al momento, di S.H. non c’è traccia. La nota di ricerche è stata successivamente inoltrata al pm della Procura dei minori Pietro Moscianese Santori, alla Questura, alla Polfer e ai Comandi provinciali di Arma e Finanza, ma per adesso la caccia all’uomo non ha avuto esito positivo. L’alert è stato inoltrato pure nel Comasco, dove probabilmente vivono i familiari di S.H.

Aumento del 300% degli episodi

“Le evasioni e i tentativi di evasione sono aumentati del 300% in pochi mesi, a riprova che il problema della sorveglianza e quindi degli organici del personale penitenziario è la priorità delle priorità – il commento di Aldo Di Giacomo, segretario generale della sigla S.PP. –. Come per il Beccaria, in tutti gli istituti si approfitta della carenza di agenti: in troppi casi, sono in quattro a sorvegliare 60-70 detenuti”.

Per Leo Beneduci, segretario generale del sindacato Osapp, la fuga del minorenne non fa che evidenziare una volta di più “le pecche irreparabili nell’attuale organizzazione del Dipartimento della giustizia minorile gestito politicamente dal sottosegretario della Lega Andrea Ostellari”. E ancora: “Le evasioni sono ormai sempre più frequenti – aggiunge Beneduci – e a pagarne le conseguenze sono il personale della polizia penitenziaria e i cittadini, che vedono centinaia di appartenenti alle forze di polizia distolti dai servizi sul territorio perché impegnate nelle ricerche dei fuggitivi”.

Problematiche storiche del Beccaria

L’episodio di domenica sera non è che l’ultimo capitolo di una storia infinita. Quella del Beccaria, che ormai da anni non trova pace né contromisure efficaci a problemi cronici. Tre settimane fa, quattro reclusi avevano dato vita a una rivolta prima di rientrare in cella, aggredendo le guardie armati di mattonelle e “distruggendo luci, telecamere e suppellettili” come denunciato in quell’occasione dalla sigla Sinappe.  Scene simili il 22 aprile, quando due agenti erano stati feriti da alcuni detenuti che protestavano contro il trasferimento di un ragazzo in un altro carcere. Un mese prima, il 24 marzo, era scoppiato un incendio al secondo piano: in quattro – un recluso e tre guardie penitenziarie – erano state trasportate in ospedale per una lieve intossicazione da fumo. Poco meno di un anno fa, a inizio settembre, in quattro riuscirono a fuggire, scavalcando il muro di cinta e sparendo nel nulla.