
Negli ultimi dieci anni, negli Istituti penitenziari nazionali, si sono verificati 589 suicidi
Varese – Un giovane detenuto di 35 anni, di origini straniere, è stato trovato morto nella sua cella nel carcere dei Miogni di Varese. La scoperta è avvenuta nella mattina di lunedì 26 maggio. Per il sindacato della Polizia Penitenziaria, si tratterebbe di morte per cause naturali, il detenuto aveva problemi di tossicodipendenza, ma non è escluso posa essersi trattato di un gesto volontario. La Procura di Varese ha aperto un'inchiesta per chiarire l’accaduto e non è da escludere che possa essere disposta l’autopsia.
Reazioni dei detenuti dopo la tragedia
A seguito della morte del giovane – si vede in un video pubblicato dalla Prealpina – gli altri detenuti hanno praticato come protesta la “battitura” delle sbarre e gridato “assassini”. Tra l’altro, il nuovo decreto sicurezza prevede pesanti conseguenze per chi mette in atto proteste in carcere.
Il problema del sovraffollamento
Il carcere di Varese è noto per il suo elevato tasso di sovraffollamento, che in alcuni periodi raggiunge il 95%: vi è lì rinchiuse, cioè, il doppio dei detenuti rispetto a quando gli spazi e il personale permetterebbero. Da tempo è in discussione, in tal senso, la costruzione di un nuovo istituto penitenziario nel Varesotto.
L’abisso delle carceri nazionali
In generale, il sovraffollamento carcerario in Italia crea condizioni di vita estremamente degradanti che alimentano disperazione e disturbi mentali. Celle sovrappopolate, mancanza di privacy, tensioni tra detenuti e carenza di attività riabilitative generano stress cronico e isolamento psicologico. Il sistema sanitario penitenziario, già sottodimensionato, non riesce a fornire adeguato supporto psicologico.
Diversi studi scientifici hanno mostrato che la perdita di dignità umana, l’ambiente claustrofobico e la percezione di un futuro senza speranza spingono molti detenuti verso gesti estremi. Il sovraffollamento trasforma la detenzione da opportunità di recupero in esperienza disumanizzante che può culminare nel suicidio.
L’Unione camere penali italiane ha da tempo dato l'allarme. Da inizio 2025 sono stati 20 i detenuti che si sono tolti la vita, con un picco di 5 reclusi suicidi in 6 giorni.