ROBERTO CANALI
Cronaca

Valmasino, le pecore disperse sul Cavalcorto e l’epica storia del recupero

La vicenda del gregge di Stefano Villani si è trasformata in una grande saga di montagna che ormai ha valicato i confini della Val di Mello

Le pecore sul crepaccio: novanta sono scomparse

Valmasino (Sondrio), 25 ottobre 2023 - È diventata una vera e propria impresa, degna di finire in un racconto da fare davanti a un bel fuoco o in un documentario l’avventura del gregge di pecore fuggite in fretta e furia dall’Alpe Porcellizzo, ormai una decina di giorni fa, per cercare rifugio probabilmente inseguite da un lupo o da qualche grande predatore sulle pendici del Cavalcorto. In un ambiente a loro completamente estraneo, tra strapiombi e passaggi strettissimi, adatti per gli stambecchi e al limite le capre, il gregge ha finito per disperdersi ma le mansuete pecorelle hanno dimostrato un carattere davvero fuori dal comune, proprio come Stefano Villani, l’allevatore che è andato a riprendersele una a una, pagando di tasca propria anche un elicottero privato pur di riuscire nell’impresa. Il recupero sembra concluso alla fine della scorsa settimana, quando con l’arrivo del maltempo sul Cavalcorto era spuntata la neve, ma Stefano ha deciso di prolungare le ricerche, aiutato da due amici speciali: Luca Maspes una guida alpina che conosce passo a passo le vette della Val di Mello e Maurizio Folini, capace di spingersi con il suo elicottero là dove gli altri neppure pensano di poter arrivare. “Lunedì c’è stata una nuova segnalazione: alcune sono viste in Val di Scione, sulla finta traccia della via normale del Cavalcorto - si legge nel racconto che Luca Maspes ha voluto fare sulla sua pagina social - Stefano richiama Folini con l’elicottero privato e torna su, raggiunto in seguito a piedi dal fratello Mauro e dal nipotino Marco. È una giornata trionfale, dove il bottino del recupero passa da quelle poche individuate dall’escursionista a un nutrito gregge che inaspettatamente compare in discesa dalle gande del Passo di Scione, forse le stesse che due giorni prima con l’elicottero dei vigili non eravamo più riusciti a individuare”.

Nei giorni successivi sono stati avvistati altri 30-35 capi sulla parete Sud del Cavalcorto, quasi attaccati alla parete di granito. Non però stato possibile recuperarli a causa del maltempo che ha impedito i voli, ma lo stesso Stefano Villani e gli amici hanno sfidato la montagna, riuscendo a recuperare qualche capo sparso. Un’impresa epica che ben traspare nel racconto di Luca Maspes. “L’elicottero arriva con la prima luce, il Cavalcorto è coperto dalla nebbia ma l’altezza limite è sufficiente per volare. In volo gli occhi sono apertissimi per una radiografia di ogni anfratto della valle: in quella dei canali non le troviamo, sul lato del Ferro neanche, a Scione neppure, in Porcellizzo ci inganna una striscia di camosci che pesta la prima neve. Saro è un po’ deluso: ne voleva vedere tante di pecore e le voleva salvare tutte.

A questo punto non buttiamo via il volo e facciamo tornare il mezzo volante nella Val dei Canali, dove vediamo la “ribelle” che è ancora lì, ci guarda e non si muove. Siamo depositati in hovering nell’unico piccolo ripiano della valle e Stefano si arma di pane secco, ci dice che va prima lui e di stare lontani. Prima la vuole agguantare da solo poi potremo aiutarlo. Ci mette un quarto d’ora e Saro corre da lui a immobilizzarla. Infine vengo io a legarle tutte e quattro le zampe. Appena torna l’elicottero la ribelle tornerà a casa”.

All’appello mancano ancora una sessantina di pecore. “Cinquanta “sopravvissute” e dieci “ciute” che sono ancora disperse, forse in Val del Ferro o nascoste nella Val dei Canali o magari più a Est sopra la Val di Mello… o chissà dove?”.