FULVIO D’ERI
Cronaca

Salario in franchi, la Svizzera attira ancora lavoratori frontalieri

Tirano, il maggiore carico fiscale per il nuovo accordo con l’Italia non causa frenate

Il numero di frontalieri lombardi in Svizzera è in aumento costante

Il numero di frontalieri lombardi in Svizzera è in aumento costante

La Svizzera continua ad essere una meta privilegiata per i lavoratori italiani. Sebbene in Ticino si sia registrata una leggera flessione nel numero di frontalieri, un piccolissimo 0,1% rispetto a fine 2023, il lavoro nella Confederazione continua ad attirare parecchi italiani che, ogni giorno, si recano al di là del confine dove il salario, dedotti anche gli oneri maggiori da pagare dopo la norma introdotta recentemente dal Governo italiano, resta più alto. Un frontaliere può guadagnare anche il doppio di un lavoratore italiano.

Un dipendente che percepisce 3000 euro (una commessa in Svizzera guadagna mensilmente più o meno questa cifra), contro i 1200/1500 in Italia per la stessa professione, con le nuove norma avrà una diminuzione annuale di 3000 euro o poco più. La forbice, si capisce, è ancora altissima. Le autorità italiane, stanno ponendo dei correttivi per arginare la "fuga di lavoratori" verso la Svizzera ma di lavoro ce ne è ancora molto da fare. Nei Grigioni, poi, il trend è addirittura il contrario e, al posto di una flessione, si registra invece un aumento, piuttosto consistente, del numero di frontalieri col permesso G, quello concesso dalla Confederazione ai lavoratori frontalieri che hanno un lavoro in Svizzera e che ogni giorno ritornano in Italia, che sono passati dai 9522 del 2022 ai 10671 di fine 2023. Oltre il 10% di aumento.

E non è assolutamente poco, soprattutto perché per raggiungere le località dei Grigioni, soprattutto dalla frontiera di Piattamala (Tirano), lo spostamento per i valtellinesi è veramente molto limitato. Si parla di poche decine di chilometri. Nel paese di Brusio (il primo che si incontra superando la dogana tiranese), con una popolazione di poco superiore alle 1000 anime, lavorano quasi 500 valtellinesi, così come riportato nei giorni scorsi dalla RSI. E, una percentuale di italiani, poi sceglie addirittura di trasferire la residenza e di abitare nei Grigioni o in Ticino "barattando" un minor potere d’acquisto con una serie di servizi, a cominciare da quello sanitario, di altissima qualità.